Da sempre accostato alle opere di artisti del passato come Michelangelo, Hendrick Goltzius, Auguste Rodin, Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile ha però una valenza unica: «Questa è la prima volta che le sue fotografie vengono esposte nel contesto di una quadreria settecentesca» spiega la curatrice Flaminia Gennari Santori, riferendosi alle Gallerie Nazionali Barberini Corsini, delle quelli è anche direttrice. Un accostamento vero, reale, un dialogo effettivo che produce un effetto stupefacente. Come il fil rouge che lega l’autoritratto - Self Portrait - eseguito poco prima della morte e la composizione scultorea delle Tre Grazie a loro volta in dialogo con il trio Ken and Lydia and Tyler, nella Prima Galleria. O l’icona e musa, la culturista Lisa Lyon - nella sala Alcova di Cristina di Svezia - in corrispondenza dei tre ovali di Guido Reni Vergine Addolorata, Cristo coronato di spine e San Giovanni Evangelista.
«Mapplethorpe (1946 -1989, ndr) non visitò mai Galleria Corsini, ma senz’altro avrebbe trovato interessanti gli allestimenti a gusto del cardinale Neri (1685 - 1770 ndr) spiega Gennari Santori».
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Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile, da oggi al 30/06da merc. a lun. ore 8,30-19, bigl. intero 12 euro, Galleria Corsini, via della Lungara 10, www.barberinicorsini.org
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