Giancarlo Galan, l'ex ministro: «Pensai al suicidio con una scatoletta di tonno. Non ho più nulla, vivo nel bosco». La rivelazione su Ruby e Berlusconi

Galan, l’ex ministro berlusconiano e governatore, coinvolto nello scandalo del Mose di Venezia

Giancarlo Galan, l'ex ministro: «Pensai al suicidio con una scatoletta di tonno. Non ho più nulla, vivo nel bosco». La rivelazione su Ruby e Berlusconi

Anni fa in Veneto lo chiamavano il Doge: Giancarlo Galan, l’ex ministro del governo Berlusconi e presidente di Regione, coinvolto nello scandalo del Mose di Venezia, oggi dice di aver perso tutto, vive in una casa immersa nei boschi dei colli Berici in provincia di Vicenza e si è confessato sulle pagine del Corriere della Sera, durante una lunga intervista.

 

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Galan, la nuova vita e l'idea del suicidio

Galan rivela la sua nuova vita, fatta di cose semplici e umili in un casale nel bosco sui colli del Vicentino: «Era l’unico posto possibile: io non ho più nulla, non ho redditi, vivo dell’aiuto degli altri. Questa è la vecchia casa di caccia di mio nonno Girolamo che faceva l’avvocato. Ora è di mio fratello Alessandro e me l’ha data… Era preoccupato per me: l’altro nostro nonno, finito in carcere per il crac della sua banca, si suicidò. Quando mi hanno messo dentro Alessandro già vedeva la ciclicità della storia… mi ha regalato anche quella macchina», racconta quello che un tempo era l’uomo più potente e ricercato dell'intero Veneto. Galan confessa senza paure di aver pensato al suicidio: «Ci ho pensato molto spesso, anche alle modalità. In carcere ero arrivato ad affilare la latta di una scatoletta di tonno, una lama perfetta. Brutti pensieri, li ho fatti anche guardando questi alberi, cercavo il ramo che potesse reggermi… Purtroppo ho perso ogni passione: la lettura, la pesca… A trattenermi dall’irreparabile sono stati pochi amici e mia figlia Margherita».

 

Galan lasciato anche dalla moglie

«Mia moglie – continua nel suo racconto Galan – mi ha lasciato e abita con Margherita in una casa messa a disposizione da un amico. Non viviamo più insieme da un anno. Per vedere mia figlia uso la scusa di dar da mangiare agli uccelli rimasti lì nelle voliere. A mia moglie sono intestate la casa di Rovigno e quella di Lussino, io chiedo solo che mi lasci sopravvivere… comunque ora ho una mezza morosa, chiamiamola un’affettuosa amicizia, una vecchissima conoscenza di quando ero ragazzo». Oggi le sue disponibilità finanziarie non sono alte come un tempo: «Per la pensione mi sono dovuto rivolgere alla Cisl, vediamo. Il vitalizio me l’hanno tolto».

 

Galan e la condanna: ora è senza soldi

«Sono stato condannato dalla Corte dei Conti a pagare 5 milioni per danno d’immagine alla Regione, fino a che non saldo non posso avere carte di credito e conti correnti perché mi tolgono sistematicamente tutto. Sono costretto a vivere in nero. Avevo provato ad aprire un conto in Lituania e dopo venti giorni l’ho dovuto chiudere. Poi in Austria e mi hanno detto che non si può fare perché sono una “persona esposta politicamente”. Per intenderci: ho dato via la mia barca da 300 mila euro al prezzo di un motore, su ebay ho venduto tutti i vini della mia favolosa cantina, se vado a pranzo con qualcuno sono costretto a farmi offrire oppure scelgo i menù a prezzo fisso… sono quasi dieci anni che non mi compro una camicia, un pantalone, questo è rammendato. Quando giro in macchina sto attento a non superare gli 80 per non consumare troppa benzina. Così sono ridotto»

 

Galan e il processo Ruby, cosa ha rivelato su Berlusconi

L’ex governatore del Veneto travolto nell’inchiesta sul Mose ha così rivelato, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, di aver testimoniato il falso al processo Ruby nel 2012.

«Ero andato a testimoniare in Tribunale a Milano per lui sulla vicenda Ruby. Era successo che nel 2010, da ministro delle Politiche agricole, fossi presente a un incontro fra Berlusconi e il presidente egiziano Hosni Mubarak. Ero al loro tavolo. In sostanza ho dichiarato di aver sentito che parlavano di una certa Ruby, una cantante egiziana. Non era vero, non avevo sentito nulla. Perché era Berlusconi, l’uomo che mi aveva cambiato la vita, che mi aveva reso felice facendomi guadagnare una barca di soldi nell’ambiente più bello del mondo. Perché per me lui era una persona eccezionale. Non provo rancore nei suoi confronti»

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