Si è parecchio parlato in questi giorni di Gabriele Vagnato, giovane influencer e youtuber, che tramite un video che ha totalizzato milioni di visualizzazioni sembrerebbe aver smascherato un ladro di biciclette. In realtà non era altro che un "esperimento sociale": Vignato aveva infatti abbandonato "casualmente" una bici con un localizzatore gps sistemato sotto il sellino per individuare un eventuale ladro. In teoria, l'esperimento era ben riuscito, in pratica no.
Il video di Gabriele Vagnato: cos'è successo dopo
L'uomo ripreso dalle telecamere e messo alla gogna sui social non era un ladro, bensì un normalissimo cliente di un bar. E adesso - come riportato dal Corriere della Sera - un'inchiesta della Procura di Milano ha visto, per la prima volta, il Tribunale del Riesame confermare il sequestro preventivo del video da 559mila visualizzazioni disposto per diffamazione dalla gip Stefania Donadeo.
La decisione
Il passante aveva chiesto a Vagnato un video di modifica. Ma lui gli aveva risposto di no citando l’articolo 21 della Costituzione e sostenendo di aver fatto tutto sotto la supervisione di un istituto forense e di criminologi esperti. Argomenti ripetuti davanti al giudice. La procura però ha osservato che a seguito della riforma dell’articolo 167 del Codice della Privacy non appare più configurabile la possibilità di sanzionare il trattamento illecito di dati personali effettuato attraverso l’indebita pubblicazione Internet di video a prescindere dal consenso dell’interessato.
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