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Guerra spiega che nella struttura sanitaria del San Raffaele la diffusione è avvenuta in modo immediato e il cluster si è esteso creando altri piccoli focolai su Roma e sulla bassa Sabina. In pratica, secondo l'esperto, per come si è verificato il contagio, è la stessa dinamica di Codogno e della Lombardia, solo che oggi si hanno più conoscenze e attensione sul virus. Quanto sta accadendo nel Lazio, dunque, non sarebbe molto diverso da quello che accadde in Lombardia a febbraio, solo che ora ci sono consapevolezze diverse.
«Sta accadendo esattamente quanto ci aspettavamo. Fa parte della storia naturale delle epidemie, nessuno si illudeva che non ci sarebbero stati più problemi. Il virus circola di meno ma c’è e solo con il distanziamento possiamo controllarlo. Mi auguro che questo suoni come un campanello d’allarme. Il Sars-CoV 2 non è finito, non bisogna rilassarsi, è un rischio non prendere precauzioni», aggiunge Guerra che definisce poi le dinamiche di una seconda ondata: «Se per seconda ondata intendiamo la replica di quella che abbiamo vissuto tra febbraio e aprile, a mio parere, è difficile che si ripeta nel periodo autunnale con lo stesso vigore. Saranno inevitabili invece tanti micro focolai» Leggi l'articolo completo su
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