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Secondo segnalazioni di alcuni automobilisti che, intorno alle 13, transitavano sul viadotto dell'A14 in direzione sud, padre e figlia, mano nella mano, si erano allontanati circa duecento metri dall'auto, camminando vicino al guardrail, prima di giungere nel punto da cui è precipitata la bambina. Un volo di cinquanta metri. Dopodiché nessuno si è più potuto avvicinare al corpo di Ludovica: ogni volta che soccorritori e personale della Squadra Mobile tentavano di avvicinarsi, Fausto Filippone minacciava, a voce alta, di lanciarsi.
«Abbiamo cercato, con un negoziatore esperto, di impedire che l'uomo si gettasse dal cavalcavia. L'unico elemento certo - ha detto il questore Vincenzo Palumbo.- è che durante le lunghe trattative lui continuava a chiedere scusa a tutti». «Resta da chiarire - spiega il capo di gabinetto della Questura Katia Basilico - se in tarda mattinata al momento dell'arrivo del 118 Filippone fosse ancora nei pressi della palazzina di largo Roccaraso dove giaceva il corpo di Marina Angrilli nell'area del retrocortile» Leggi l'articolo completo su
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