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A un anno e mezzo dall'overdose mortale, il Sistema nazionale di allerta precoce dell'Istituto superiore di sanità per conto del dipartimento antidroga della Presidenza del Consiglio ha diramato un'allerta di grado 3 - ovvero il livello massimo - per la diffusione in Italia di questo oppioide sintetico che negli Stati Uniti già conoscono bene, perché sta facendo strage tra i tossicodipendenti. In Europa invece è ancora un fenomeno marginale, solo una mezza dozzina di casi registrati negli ultimi tre anni. E forse è per questo che solo adesso esploda il caso, con un massiccio strascico di polemiche per la mancata tempestività nella diffusione dell'allerta. La situazione è grave, perché il grado di allerta 3 significa condizioni di rischio grave per la salute. Ma intanto in questi ultimi 18 mesi non si esclude che la molecola Ocfentanil possa aver mietuto altre vittime tra i dipendenti dal buco. E tutto perché mancava informazione. Sull'allerta - destinata solo a operatori sanitari e forze di polizia - campeggia la scritta vietata la diffusione sul web, ma a lanciare l'allarme è stato su un blog Ernesto De Bernardis, medico delle dipendenze a Siracusa: «È ipotizzabile che il malcapitato l'abbia acquistato come eroina buona. Noi addetti ai lavori siamo stati avvertiti ora, quindi con un anno e mezzo di ritardo. Avremmo dovuto saperlo prima per avvisare i consumatori dei rischi legati alla presenza nel mercato italiano di questi derivati sintetici molto più potenti dell'eroina, e quindi con rischio molto maggiore di overdose e decesso. Invece no. Un anno e mezzo».
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