Enrico Michetti a Leggo: «Roma Capitale come Parigi. E apro un ufficio del Turismo nel ministero»

Enrico Michetti

Enrico Michetti, candidato per il centrodestra alla carica di Sindaco di Roma: che tipo di primo cittadino sarà?


«Presente, in grado di affrontare e risolvere problemi annosi, che concretizzi idee di rilancio culturale, sociale ed economico».


Scopra le sue carte: cosa ha in mente?
«Una banca che scommetta principalmente su Roma».

 


Non ce ne sono già?
«Parlo di un istituto di credito che torni a mettere al centro della propria mission la vocazione territoriale. La banca per i grandi e piccoli progetti delle imprese romane».


Una banca nuova?
«No, ci vorrebbe troppo tempo per creare un nuovo soggetto finanziario. Chiederò quale istituto di credito esistente abbia voglia di fare questa scommessa. Che è vincente».


Cosa dovrebbe finanziare la banca dei romani?
«Idee e progetti di qualità, soprattutto per le imprese. Roma è la Capitale, servono grandi opere ma anche servizi».


La banca e poi? Alzi il velo sui punti più importanti del suo programma...
«Va creato un Ufficio di Roma Capitale all'interno del Ministero del Turismo per la gestione, la promozione e il coordinamento di campagne promo-pubblicitarie, iniziative di sviluppo dell'immagine della Capitale e partecipazione consultiva dell'intera filiera turistica romana. Penso di tenere la delega al Turismo».


Perché?
«Su materie vitali intendo guidare lo stato di attuazione dei progetti. Immagino un filo diretto tra Sindaco e Governo. Del resto, Roma è la Capitale dell'Italia intera, va considerata in modo speciale».


Strizza l'occhio al modello amministrativo francese? Insomma, Roma come Parigi?
«Proprio così. Per le opere il modello amministrativo dovrà essere quello che il governo francese ha con la sua capitale. Una città speciale».


Non teme che Milano, ad esempio, rivendichi un ruolo-guida nazionale? C'è già stata una situazione simile quando si parlava della legge speciale per Roma Capitale...
«I benefici e le ricadute saranno per tutti. L'Ufficio di Roma Capitale andrebbe aperto anche dentro al Ministero per l'Economia».


Con quale criterio sceglierà gli assessori?
«Senza alcuno steccato. Esaminerò i curricula dei candidati più adatti in base alle competenze».


Meglio ex manager del settore privato oppure chi ha già avuto esperienze nell'amministrazione pubblica?
«Non ho preclusioni. So solo che serve gente brava».


Basta così?


«No. La riforma della macchina burocratica e amministrativa del Campidoglio è urgentissima. Credo che sia la prima cosa cui metterò mano insieme alla realizzazione dei canali istituzionali preferenziali per lo sviluppo sulle grandi opere e dei progetti delle aziende romane. Ma la burocrazia va snellita con uffici ad hoc per le singole materie. Mai più attese di 36 anni per la risposta a un condono».
riproduzione riservata ® Leggi l'articolo completo su
Leggo.it