Caso Orlandi, svolta nell'inchiesta: i pm del Vaticano collaborano alle indagini

Emergono nuovi atti da approfondire

Pietro Orlandi

Nuovi atti d’indagine, messi a disposizione dalla magistratura Vaticana, entrano nel fascicolo d’inchiesta della procura di Roma sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Una collaborazione storica e senza precedenti, che fornirà ulteriori spunti investigativi e giudiziari alle indagini riaperte nel 2021. Il procedimento è stato avviato dopo che il Consiglio Superiore della Magistratura aveva sollecitato informazioni su un esposto presentato dai familiari di Emanuela, scomparsa nel nulla il 22 giugno del 1983, quando aveva 15 anni. Scopo della condivisione dei documenti di indagine, alcuni dei quali redatti poco pochi giorni dopo la sparizione della ragazza, è quello di escludere piste già battute in passato che hanno portato le indagini su un binario morto. In una ridda di ipotesi e tesi investigative suggestive, la parola fine al calvario dei familiari, che chiedono verità, non è mai stata scritta e molte piste, che all’epoca sarebbero state più promettenti, non sono state mai battute.


Dal coinvolgimento della Banda della Magliana, fino a vicende di pedofilia in Vaticano che portavano a Londra, legate alla scomparsa e mai confermate, la procura di Roma, rilancia con nuovi elementi che potrebbero riscrivere dei particolari sul giallo. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha commentato così lo scambio di informative tra le procure dei due Stati: “È una cosa positiva che la Procura di Roma abbia acquisito atti dal Vaticano perché per la prima volta ci sarà una collaborazione, sempre negata in passato, tra Santa Sede e magistratura ordinaria». Soddisfatta, anche Laura Sgrò, l’avvocata di Pietro Orlandi, che ha dichiarato: «Il nostro augurio è che ci sia una cooperazione leale» tra la procura di Roma e il Vaticano «alla ricerca della verità. È una bella notizia, è quello che noi chiediamo da anni per avere la verità su Emanuela». Nel procedimento era stato sentito l’ex procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, titolare dell’indagine che venne archiviata nel 2015. Leggi l'articolo completo su
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