Bonus Inps da 600 euro, tra i beneficiari anche cinque deputati: «Nessuna violazione». Ma è bufera

Bonus Inps da 600 euro, tra i beneficiari anche cinque deputati: «Nessuna violazione». Ma è bufera
Tra i beneficiari del bonus di 600 euro (poi alzato a mille) previsto dai decreti del Governo durante la pandemia di coronavirus, ci sarebbero anche alcuni parlamentari. Ne scrive oggi Repubblica, secondo cui ben cinque deputati in piena emergenza Covid-19 hanno chiesto all’Inps il bonus per sostenere autonomi e partite Iva.


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Evidentemente, evidenzia il quotidiano, non bastavano gli oltre 12mila euro di stipendio netto al mese, né privilegi e benefit, né si sono preoccupati se fosse opportuno chiedere quel bonus in barba a chi ne aveva davvero bisogno. D’altronde a norma di legge tutti avevano diritto di richiedere il bonus, anche se gli stessi Conte e Gualtieri avevano chiesto agli italiani di avere buon senso, e di non richiederli se non in caso di effettiva necessità.

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Oltre ai cinque deputati, scrive Repubblica, tra i beneficiari ci sarebbe stato anche un noto conduttore televisivo, di cui però non si fa il nome. Ad accorgersi di quanto accaduto è stata la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps, anche se a onor del vero da parte dei parlamentari non c’è stata alcuna violazione di legge. Quel che è certo però è che quegli 11mila euro (2200 euro a testa per cinque, i bonus da 600 euro di marzo e aprile e quello da 1000 di maggio) potevano tornare utili a qualcun altro.

FICO: UNA VERGOGNA «È una vergogna che cinque parlamentari abbiano usufruito del bonus per le partite iva. Questi deputati chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. È una questione di dignità e di opportunità. Perché, in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici. È necessario ricordarlo sempre», il commento su Facebook del presidente della Camera Roberto Fico.

DI MAIO: VERGOGNOSO «Oggi La Repubblica parla di 5 parlamentari, di 5 poveri furbetti che durante la pandemia hanno avuto il coraggio di avanzare richiesta allo Stato per avere il bonus di 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e alle partite Iva in difficoltà. Evidentemente non gli bastavano i quasi 13mila euro netti di stipendio al mese, non gli bastavano tutti i benefit e privilegi di cui già godono. È vergognoso. È davvero indecente», ha commentato su Facebook Luigi Di Maio.

«Questa pandemia - rimarca il ministro degli Esteri ed esponente del M5S - ha fatto danni economici senza precedenti. Ci sono state persone che hanno perso il lavoro, aziende che hanno visto il proprio fatturato scendere in maniera drastica, attività che hanno chiuso senza più riaprire. E questi 5 personaggi invece di rispondere al popolo che li ha eletti hanno ben pensato di approfittarne».

«I nomi di queste 5 persone sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro allora ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore. Non importa di quale forza politica siano espressione. Mi auguro che anche le altre forze politiche la vedano come noi», conclude Di Maio. 

ZINGARETTI, FAZZOLARI, GIRO «Posso dire che è una vera vergogna?», il commento laconico, su Facebook, del segretario del Pd Nicola Zingaretti alla notizia. La richiesta «è davvero inqualificabile. Spero che restituiscano subito i soldi o che il Presidente Roberto Fico trovi immediatamente la maniera per porre rimedio a questa ingiustizia, che è uno schiaffo enorme nei confronti di chi ha realmente bisogno, specie dopo l'emergenza sanitaria», dichiara il vice presidente del Gruppo Pd alla Camera Michele Bordo.

«Parrebbe che 5 parlamentari abbiano chiesto il bonus Inps partita Iva da 600 euro. Riprova di 2 cose: 1. ci sono dei pidocchiosi nel Palazzo. 2. Siamo governati da degli incompetenti che scrivono norme che consentono questi sprechi. Un governo di inetti continua a distribuire bonus a pioggia senza alcun buonsenso. Il bonus partite Iva non prevede limite di fatturato e neppure limite di reddito da altre fonti. E quindi sì, secondo la legge scritta dal Pd e dal M5S hanno diritto al bonus di 600 euro pure i plurimilionari e i parlamentari. Questo lo scandalo vero», scrive su Facebook il senatore di Fratelli d'Italia, Giovanbattista Fazzolari.

«Se questa notizia fosse confermata, sarebbe molto grave. Vorrebbe dire che a Montecitorio non c'è il senso della misura. Quando abbiamo pensato a questi provvedimenti, li abbiamo scritti per aiutare chi davvero stava soffrendo, chi si era ritrovato di colpo in difficoltà, chi ne aveva bisogno davvero. Col Movimento 5 Stelle abbiamo sempre combattuto gli sprechi e non credo appartenga ai principi 'onorevolì quello di richiedere il bonus partita Iva, per chi di sicuro non fa fatica ad arrivare a fine mese, ma ha avuto la fortuna di ricevere il proprio stipendio regolarmente anche durante la pandemia. Un gesto davvero inopportuno. Mi auguro si intervenga presto per capire chi ne ha fatto richiesta». Così su Facebook la viceministro all'Economia Laura Castelli.


«Nomi, cognomi e ... soprannomi. Il presidente Fico invece di indignarsi deve dirci quali (5,6?) deputati che, lo ricordiamo prendono 14 mila euro al mese di emolumenti (indennità parlamentare + diaria), hanno chiesto il bonus Covid per le partite Iva», scrive il senatore di Forza italia Francesco Giro. «Altrimenti è indignazione da quattro soldi. Garantismo? Privacy? Non voglio rispondere con parolacce. Per richiedere il bonus occorre riempire carte su carte, quindi i 5-6 deputati erano proprio determinati e consapevoli nel richiederlo. Che schifo. Temo che dopo questo indegno episodio il taglio dei parlamentari sarà difficile da scongiurare».  Leggi l'articolo completo su
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