Daniele, morto nella strage di Corinaldo: sciacalli rubano i suoi ricordi dalla tomba

Daniele, morto nella strage di Corinaldo: sciacalli rubano i suoi ricordi dalla tomba
Gli sciacalli non si fermano nemmeno di fronte alla morte di un ragazzo di 16 anni. Daniele Pongetti è una delle vittime della strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, avvenuta la notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 mentre aspettavano il concerto del trapper Sfera Ebbasta. Una notte dove morirono sei persone, cinque ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni e una donna di 39 anni, madre di 4 figli. Sulla sua tomba la mamma aveva portato dei ricordi, dei piccoli oggetti che ripercorrevano alcune fasi della sua giovane vita. Ma qualcuno non si è fermato di fronte al rispetto per una vita spezzata e li ha rubati. È la stessa donna, Donatella Magagnini, a denunciarlo in post su Facebook. 


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Daniele Pongetti, morto a 16 anni nella strage al concerto di Sfera Ebbasta
 
«Ho sempre pensato e creduto che al mondo ci sia tanta gente malata di testa e che persino non sappia come impegnare il proprio tempo - scrive la mamma di Daniele - Dico questo un po' scoglionata perché oggi andando al cimitero da Dany ho avuto di nuovo una sorpresa. Gli avevo portato dal suo viaggio a Barcellona una targa automobilistica con il suo nome e una calamita a forma di geco. Anche i suoi splendidi amici lasciano sempre gli accendini per lui. Bè, parte di questa roba l'hanno rubata. Ma dico che cazzo di coraggio hanno a prendere degli oggettini di valore solo affettivo a un ragazzino già disgraziato per quello che è successo. Veramente penosi - accusa la donna - Poi useranno queste cose a casa loro?». 
 

Tanti i messaggi di sdegno arrivati dai social. «Non c'è più rispetto per nessuno e neanche per un ragazzino come Daniele.Purtroppo neanche al cimitero c è più pace», è solo uno dei commenti al post della mamma di Daniele Pongetti. Tutti rivolti alla vergogna nei confronti degli sciacalli che hanno disonorato la tomba del ragazzo. «Sono persone squallide, senza alcuna coscienza - scrivono gli amici della donna - che se anche perdessero un figlio farebbero solo una sceneggiata. Per chi li guarda. Non so quanto soffrirebbero altrimenti non ruberebbero questi oggettini!». 


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