Strage di Cutro, i corpi di una bambina e una donna recuperati in mare. Piantedosi: «Scafisti volevano evitare i controlli»

A distanza di dieci giorni, le ricerche proseguono senza sosta con mezzi aerei, navali, sommozzatori, droni

Il mare al largo di Steccato di Cutro ha restituito il corpo di una bambina di tre anni, vittima del naufragio del barcone di migranti partito dalla Turchia e spezzatosi durante la navigazione lo scorso 26 febbraio. Il corpicino della piccola era stato avvistato in mare da alcuni cittadini i che hanno avvisato la Guardia costiera, che ha provveduto al recupero per poi portare la piccola salma in obitorio. Dalle acque è stato recuperato anche il corpo di una donna, la 72esima vittima del naufragio. 

 

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A distanza di dieci giorni, le ricerche proseguono senza sosta con mezzi aerei, navali, sommozzatori, droni e personale di presidio a terra di Guardia Costiera, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Protezione Civile regionale.

 

Il rimpatrio delle salme, c'è anche la giocatrice di hockey

 

Quattro salme lasceranno nelle prossime ore il Palamilone di Crotone, dove è stata allestita la camera ardente per le vittime del naufragio del 26 febbraio. Raggiungeranno l'aeroporto di Roma Fiumicino, da dove poi saranno trasferiti in aereo verso il Pakistan. Tra loro c'è anche la salma di Shahida Raza, la giocatrice di hockey femminile pakistana di 27 anni, morta nel naufragio del 26 febbraio a Steccato di Cutro (Crotone).

 

 

Piantedosi alla Camera: «Scafisti volevano evitare controlli»

 

È il giorno dell'informativa alla Camera da parte del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, sui fatti di Cutro. Il ministro ha cominciato rinnovando il cordoglio personale e del Governo per le vittime, per poi ribadire la fiducia negli accertamenti giudiziari ai quali sta lavorando la Procura di Crotone. «Sulla base degli elementi acquisiti dal Ministero della giustizia - ha detto Piantedosi - gli scafisti decidono di sbarcare in un luogo ritenuto più sicuro e di notte, temendo che nella località preventivata vi potessero essere dei controlli; il piano prevedeva l'arrivo a ridosso della riva sabbiosa, con il successivo sbarco e la fuga sulla terraferma». 

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