Quando la giustizia giustifica le buone azioni anche se illecite. Un uomo ha rubato l’energia elettrica, manomettendo il contatore, per non lasciare al buio, suo padre, anziano e malato. Davanti ai carabinieri ha ammesso ogni sua responsabilità. I fatti risalgono al periodo pre-Covid, nell'inverno del 2017, quando a Brescello, provincia di Reggio Emilia, in seguito a un controllo, i tecnici dell'energia elettrica hanno appurato un allacciamento abusivo e risaliti all'uomo di 43 anni, lo hanno denunciato per furto aggravato, scrive La Gazzetta di Reggio.
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Mea culpa
L'uomo ha asportato il contatore e «utilizzando due cavi in rame, realizzava un bypass allacciando l’abitazione da lui occupata all’ingresso della rete di distribuzione» si legge nella denuncia presentata ai carabinieri, dove il 43enne ha ammesso tutto, senza nascondere le colpe. «Confermo di essere stato materialmente l’esecutore della manomissione, non ricordo quando ma ho fatto la manomissione. Riferisco di aver commesso il fatto poiché mio padre, avendo problemi di salute, non poteva stare senza energia», le parole dell'uomo che per problemi economici non poteva fare diversamente per non lasciare suo padre al buio.
Davanti al giudice
Il 43enne si era giustificato davanti al giudice, mentre la compagnia elettrica aveva ripreso ad erogare il servizio, per cui il magistrato ha ritenuto di lieve entità la manomissione del contatore e ritenuto modesta la condotta dell'uomo denunciato dai tecnici dell'azienda. Il giudice, dunque, si è dimostrato comprensivo per la situazione di difficoltà in cui si trovava l'anziano genitore e ha emesso una sentenza di non punibilità per tenuità del fatto.
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