L'Italia tutta in giallo tranne la Val d'Aosta: le Regioni chiedono zone bianche. Brusaferro: «Curva decresce, superare coprifuoco»

L'Italia tutta in giallo tranne la Val d'Aosta: le Regioni chiedono zone bianche. Brusaferro: «Curva decresce, superare coprifuoco»

A sette mesi dall'introduzione delle varie fasce di colori delle Regioni, per la prima volta quasi tutta Italia entra interamente in zona gialla: da lunedì tutte le Regioni saranno nella fascia a più basso rischio da contagio di coronavirus, comprese due delle tre rimaste ancora in arancione, cioè Sicilia e Sardegna, dopo il miglioramento dei dati delle ultime settimane e il monitoraggio Iss-Ministero della Salute di oggi. Resta ancora arancione invece la Valle d'Aosta.

 

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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà in giornata una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire dal 17 maggio. Passano in area gialla le Regioni Sicilia e Sardegna. Resta in area arancione la Valle d'Aosta. Tutte le altre Regioni e Province Autonome sono in area gialla.

 

Le Regioni chiedono zone bianche

 

Ma c'è una novità: le Regioni hanno chiesto al Governo di cambiare i parametri per decidere le misure restrittive anti Covid. In particolare, proprio riguardo le varie fasce di colore, le Regioni hanno chiesto di introdurre la 'zona bianca', come accaduto già in Sardegna qualche settimana fa: come ha spiegato il governatore del Veneto Luca Zaia, per la rimodulazione dei parametri la proposta delle Regioni per quanto riguarda l'incidenza «è che sotto i 50 casi ogni 100.000 sia prevista la zona bianca, dai 50 ai 149 la zona gialla, dai 150 ai 250 la zona arancione, sopra i 250 a rossa».

 

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«Dopodichè - ha aggiunto - c'è un altro parametro: se si è sopra al 30% delle terapie intensive e del 40% delle aree non critiche si va in rosso. Oppure si va in arancione al 20% e al 30% delle terapie intensive». «Questa - ha sottolineato - è la proposta delle Regioni. Il fine settimana sarà foriero di una soluzione. Noi non vogliamo avere una posizione da irresponsabili. Però dobbiamo far presente che le vaccinazioni ci danno un contesto epidemiologico e sanitario diverso da un anno fa. Trovo ancora qualcuno che ragiona come fossimo al 21 febbraio del 2020».

 

Brusaferro: curva decresce, superare coprifuoco

 

«In tutti i paesi le curve sono o stabili o in lenta decrescita e anche in Italia la curva indica una progressiva decrescita. Una decrescita lenta ma che continua in queste ultime settimane e si rileva in tutte le regioni. Anche l'incidenza è in decrescita: nel flusso del ministero della Salute è pari a 96 per 100mila abitanti». Lo ha detto il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa al ministero della Salute per illustrare i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia. «Tre regioni sono scese sotto la soglia dei 50 casi per 100mila, soglia che recupera il tracciamento».

 

«Credo che progressivamente l'idea è di arrivare a superare la misura del coprifuoco», ha detto Brusaferro in conferenza stampa al ministero della Salute per illustrare i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia. «Le proposte fatte dalle regioni sui nuovi parametri sono in discussione: si punta alla valutazione dell'incidenza ma bisogna mantenere anche gli indicatori di allerta precoce per la valutazione del rischio».

 

«L'Età media dei casi scende da 41 a 40 anni e la decrescita si rileva anche nella fascia tra 0 e 9 anni. Negli anziani la decrescita è maggiore e questo è un indicatore della campagna vaccinale in corso», ha detto Brusaferro «In questa fase sta crescendo la vaccinazione nella fascia tra 60 ai 69 anni, e gli over-80 raggiungono tassi di copertura elevati. Il tasso di ospedalizzazione è strettamente correlato alla percentuale dei vaccinati over-80, ed è dunque in decrescita». «La pressione sui servizi ospedalieri decresce ma in 3 regioni è sopra la soglia critica, Rt è stabile sotto la soglia critica e continua anche a diminuire l'incidenza ma bisogna recuperare il valore di 50 casi per 100mila abitanti. La variante inglese è dominante e dunque bisogna ridurre il numero di nuovi casi aumentando il numero di vaccinati e mantenendo le misure di mitigazione per accompagnare questa fase di transizione». 

 

Il monitoraggio Iss: Rt a 0,86

 

Scendono l'indice Rt e l'incidenza: la prima, secondo quanto si apprende, sarebbe arrivata, nel monitoraggio Iss-Ministero della Salute ora all'esame della cabina di regia, al valore di 0,86 rispetto a 0,89 della scorsa settimana. L'incidenza nell'ultima settimana sarebbe arrivata a 96 casi per 100 mila abitanti mentre la scorsa settimana era 123 casi su 100 mila. 

 

La Sardegna, con 0.7, è la regione italiana con l'indice di trasmissibilità del Covid, l'R(t), più basso d'Italia. Non solo, l'Isola - che da lunedì prossimo passerà in zona gialla - ha di nuovo numeri da zona bianca: ha una classificazione di rischio basso, con un'incidenza di 41 casi per 100mila abitanti, dato più basso d'Italia insieme al Molise, e una percentuale di positività del 2,3%.

 

Nessuna Regione è classificata a rischio alto per la terza settimana consecutiva. Quattro Regioni e province autonome hanno una classificazione di rischio moderato e sono Calabria, Lombardia, Toscana e Umbria (nessuna ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) mentre le altre Regioni e Province hanno una classificazione a rischio basso. Due Regioni (Molise 1.08 e Umbria1.03 ) hanno un Rt puntuale maggiore di uno, ma con il limite inferiore sotto l'uno.

 

Scende il numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica: si tratta di 3 Regioni (Lombardia e Toscana sono sopra la soglia limite del 30% per le intensive mentre la Calabria è sopra la soglia limite del 40% per i reparti di area medica) contro le 5 della settimana precedente. Il tasso nazionale di occupazione in intensiva è sotto la soglia critica (23%), con una diminuzione di persone ricoverate che passa da 2.423 (04/05/2021) a 2.056 (11/05/2021). Anche il tasso di occupazione nei reparti ospedalieri di aree mediche a livello nazionale scende ulteriormente: è pari al 24% rispetto la soglia di criticità stabilita al 40%. Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 18.176 (04/05/2021) a 14.937 (11/05/2021). 

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