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Alla domanda se era necessario spegnere il motore dell' economia in tutta Italia, risponde: «Da epidemiologo dico che più fai per garantire il distanziamento e meglio è. E da Roma in giù la stretta può servire a tamponare gli effetti delle fughe recenti da nord a sud di decine di migliaia di persone. Poi le decisioni spettano a economisti e politici. Però è innegabile che nelle fabbriche il distanziamento è difficile da applicare e poi il contagio può avvenire anche sui mezzi di trasporto usati per gli spostamenti casa-lavoro».
Sulla questione dei test e sul se dovremmo seguire il modello coreano e farne di più, risponde: «Si. Loro hanno effettuato test rapidi ed estesi ma mirati, utilizzando la mappa degli spostamenti di ciascun positivo accertato, ottenuta utilizzando il Gps dei cellulari. Così sono riusciti individuare e a isolare i soggetti a rischio. Poi hanno utilizzato le informazioni per creare App che hanno consentito ai cittadini di individuare le aree di maggior transito di potenziali contagiati, così da evitarle o adottare il massimo delle precauzioni. Una strategia efficace che ha consentito di ridurre molto la crescita della curva epidemica. Anche se manca ancora un tassello», «quello della trasmissione intra-familiare. Abbiamo centinaia di migliaia di persone in quarantena perché positive o a rischio di esserlo che in casa non riescono a garantire il distanziamento necessario». Leggi l'articolo completo su
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