«Siamo noi che siamo diventati bravi a gestirlo. Il covid è una malattia delle città, di alcuni territori. Ci sono dei fattori che contribuiscono a rendere questa infezione più pericolosa: l’età, l’inquinamento ecc. I medici impareranno a curarla sempre meglio. Noi dobbiamo lavorare in maniera coordinata a livello di città. Una delle situazioni che temevo di più erano proprio le tensioni sociali. Il covid ha esasperato queste tensioni. Io sono preoccupata per le tensioni sociali anche fuori dall’America. La seconda ondata non arriva come una punizione divina. La seconda ondata siamo noi. Se noi andiamo a trovare 5 persone ne infettiamo 1, se ne incontriamo 10 persone se ne infettano 4. I nostri comportamenti con la distanza sociale ecc ha reso il coronavirus clinicamente irrilevante. La seconda ondata è legata ai nostri comportamenti. Adesso il coronavirus si sta comportando come si comportava i primi di gennaio: non se n’era accorto nessuno». Leggi l'articolo completo su
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