Decreto riaperture: coprifuoco alle 22 anche a maggio, ristoranti al chiuso da giugno. Scontro Draghi-Lega in Cdm

Decreto riaperture, coprifuoco alle 22 fino al primo giugno: duro scontro tra Draghi e la Lega in Cdm

Confermato il coprifuoco alle ore 22 nel testo del decreto riaperture. È arrivato il via libera del Consiglio dei ministri al dl che scrive la roadmap delle riaperture. Astenuta, come anticipato dall'Adnkronos, la Lega, che non ha votato il provvedimento. Il decreto, tra le altre cose, posticipa al 31 luglio lo stato di emergenza.

 

Il coprifuoco alle 22 sarà mantenuto almeno fino al primo giugno. Dopo maggio potrebbe essere valutata, dopo un'ulteriore analisi dei dati epidemiologici, una delibera per eliminarlo o far partire il provvedimento dalle ore 23. Sempre dal primo giugno sarà possibile sedersi ai tavoli nei ristoranti al chiuso

 

«Dal 26 aprile e fino al 15 giugno, in zona gialla e arancione, è possibile andare a trovare amici o parenti in una abitazione privata (diversa dalla propria) in 4 persone al posto di 2». È quanto prevede il decreto riaperture approvato in Cdm. 

 

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Spostamenti tra Regioni: arriva il Green Pass

 

Dal 26 aprile tornano le zone gialle e «chi è munito di certificazione verde potrà spostarsi da una Regione all'altra anche se si tratta di zone rosse o arancioni». Lo precisa Palazzo Chigi mettendo in risalto i tratti caratterizzanti del nuovo Dl con le misure anti Covid, approvato stasera dal Consiglio dei ministri. La Presidenza del Consiglio precisa che «può avere il certificato verde: chi ha completato il ciclo di vaccinazione (dura sei mesi dal termine del ciclo prescritto); chi si è ammalato di covid ed è guarito (dura sei mesi dal certificato di guarigione); chi ha effettuato test molecolare o test rapido con esito negativo (dura 48 ore dalla data del test)». Inoltre, «le certificazioni verdi rilasciate dagli Stati membri dell'Unione sono riconosciute valide in Italia. Quelle di uno Stato terzo se la vaccinazione è riconosciuta come equivalente a quella valida sul territorio nazionale».

 

 

Le scuole: si torna in classe anche nelle superiori

 

«Dal 26 aprile e fino alla fine dell'anno scolastico si torna in classe anche nelle scuole superiori (secondarie di secondo grado). La presenza è garantita in zona rossa dal 50% al 75%. In zona gialla e arancione dal 70% al 100%.» È quanto prevede il decreto sulle riaperture che quindi aumenta dal 60% al 70% il limite minimo per le superiori in presenza nelle zone gialle e arancioni. Per le università il dl prevede che «dal 26 aprile al 31 luglio nelle zone gialle e arancioni le attività si svolgono prioritariamente in presenza. Nelle zone rosse si raccomanda di favorire in particolare la presenza degli studenti del primo anno». 

 

Riaprono i cinema

 

Dal 26 aprile riaprono al pubblico in zona gialla cinema, teatri, sale concerto, live club. È necessario che ci siano posti a sedere preassegnati e una distanza di un metro l'uno dall'altro. La capienza massima consentita è del 50% di quella massima autorizzata e comunque non superiore a 500 spettatori al chiuso e 1000 all'aperto. Lo rende noto Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il dl sulle riaperture. In relazione all'andamento epidemiologico e alle caratteristiche dei siti, si potrà autorizzare la presenza anche di un numero maggiore di spettatori all'aperto, nel rispetto delle indicazioni del Cts e delle linee guida.

 

 

Duro scontro Draghi-Lega sul coprifuoco

 

Duro scontro in Cdm sul dl sulle riaperture. A quanto apprende l'Adnkronos, la Lega ha detto che non voterà il provvedimento. A far scoppiare la miccia, la decisione del premier Mario Draghi di non spostare il coprifuoco alle 23, ma di confermarlo alle 22. Non solo. Fonti presenti alla riunione sostengono che il presidente del Consiglio, prima dell'inizio del Cdm avviato con un'ora di ritardo, avrebbe espresso irritazione per l'affondo della Lega sul coprifuoco, mentre le decisioni sulle riaperture erano state prese in una cabina di regia dove era presente anche il partito guidato da Matteo Salvini. «La Lega è solo portavoce di quello che chiedono i sindaci e i governatori di tutta Italia, e di qualunque colore politico, su riaperture, coprifuoco e vaccini». Sottolineano fonti del Carroccio, i cui ministri hanno indicato in Consiglio dei ministri di astenersi sul Dl Covid.

 

 

Draghi alla Lega: «Decisioni prese insieme, fatico a comprendere»

 

«Le decisioni le abbiamo prese insieme, in cabina di regia. Francamente fatico a comprendere». Così, a quanto apprende l'Adnkronos, il premier Mario Draghi avrebbe manifestato alla Lega la sua irritazione, prima dell'inizio del Cdm, sulla levata di scudi del partito guidato da Matteo Salvini sul coprifuoco e sul via libera a locali e ristoranti fin dal 26 aprile ma solo all'aperto e non al chiuso. Il presidente del Consiglio, raccontano fonti di governo, avrebbe dunque tenuto il punto sulla necessità di mantenere il coprifuoco alle 22. 

 

 

Le reazioni di Salvini, Pd e Cinque stelle

 

«Voteremo il prossimo di decreto, se aiuterà i lavoratori. Questo no. Se sono convinto vado in fondo: la scelta di sostenere Draghi è stata giusta, sarebbe stato più comodo starne fuori ma ora l'Italia merita impegno e sacrifici. Se siamo zona giallo è grazie alla Lega, però se 500 persone possono chiudersi in un cinema perchè 20 non a cena, o in due in palestra. Chiediamo rispetto». Così Matteo Salvini in uno zoom su Roma. «Con rigidi protocolli di sicurezza, con prudenza e mantenendo le distanze, si può anzi si deve tornare a vivere e lavorare al chiuso e all'aperto. Voteremo - aggiunge Salvini - il prossimo decreto se insieme al piano vaccinale e alla tutela della salute prevederà il ritorno alla vita e il ritorno al lavoro».

 

«La piattaforma che abbiamo condiviso e che sosteniamo è un punto di equilibrio giusto tra l'esigenza di ripartenza e la tutela della salute. Ravvisiamo nell'atteggiamento della Lega la conseguenza di una contraddizione che è quella di un continuo susseguirsi di ultimatum che portano a questo tipo di incidenti di percorso». Lo sottolinea fonti Pd di governo dopo il Cdm.  

 

«Spiace per atteggiamento Lega. Questo Governo è nato per incoraggiare la coesione nazionale. Oggi è stata messa in discussione l'unità delle nostre decisioni. In un momento come quello che stiamo vivendo, l'interesse per il Paese viene prima di quello di partito. Purtroppo dalla Lega è un film già visto, che non ha pagato.» Lo sottolineano fonti di governo M5S

 

 

 

 

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