Lotta Onu a grassi e sale: «Nel mirino parmigiano, olio e vino». Foto e scritte choc come sulle sigarette
Il contratto prevede tutte le tutele, salariali, assicurative, previdenziali, tipiche del rapporto subordinato e quelle contrattuali come assistenza sanitaria integrativa e bilateralità. I rider sono inquadrati con parametri retributivi creati appositamente. L'orario di lavoro è flessibile e può essere sia full time che part time, con 39 ore settimanali distribuibili in massimo 6 giorni a settimana e con un minimo giornaliero di 2 ore e fino a un massimo di 8, con la possibilità di coniugare la distribuzione urbana delle merci con il lavoro in magazzino. Previsti a carico delle aziende dispositivi di protezione individuale, come caschi e pettorine catarifrangenti. Infine è istituita la contrattazione di secondo livello.
Ora i rider hanno «le dovute tutele - affermano i segretari di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - e questa sarà ricordata come una giornata storica». Esprimono soddisfazione anche i rappresentanti delle associazioni datoriali perchè è stata eliminata una «situazione che, se non disciplinata nel quadro normativo del contratto nazionale di lavoro, esponeva imprese e lavoratori a situazioni ambigue e alla completa assenza di tutele».
A Milano, intanto, il Comune scende in campo e apre il primo sportello in Italia dedicato all'ascolto, all'informazione e alla consulenza sui temi della sicurezza stradale e dei diritti del lavoro espressamente dedicato ai rider delle piattaforme di food delivery. La mossa però non è piaciuta a Cgil e Uil che la bocciano perchè il Comune «ha deciso di andare avanti per la sua strada senza alcuna condivisione dell'iniziativa». Lo sportello oltre ad ascoltare le istanze dei rider, e fornire una consulenza gratuita sui temi del lavoro, proporrà anche, a partire da settembre, dei corsi di formazione gratuiti sulla sicurezza stradale, sicurezza sul lavoro e le norme basilari igienico sanitarie per il trasporto degli alimenti. Leggi l'articolo completo su
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