L'olio di semi è il bene alimentare che ha aumentato di più il suo prezzo dallo scoppio della guerra in Ucraina. La crescita registrata è del 60,5%, tanto da arrivare a costare quanto il più pregiato olio extravergine d'oliva. E nei prossimi mesi, se l'emergenza gas e materie prime dovesse proseguire, il prezzo potrebbe salire ancora.
Cosa succede
Non solo l'energia. Anche i beni alimentari hanno subito un'impennata, dovuta alla crisi in Ucraina. Oltre all'olio di semi, in crescita la margarina con un +26,5%. Le associazioni dei consumatori si mobilitano e chiedono misure di sostegno, tra bonus e taglio dell'Iva, per compensare almeno la stangata sui beni alimentari. L'Unione Nazionale Consumatori chiede un bonus di 600 euro per le famiglie e calcola che fare la spesa costerà in media 665 euro in più su base annua. Ma si sale a 907 euro per una coppia con 2 figli. «Inutile, invece, tagliare l'Iva del 4% sui beni alimentari», perché la riduzione della spesa, osserva l'Unc, sarebbe pari appena a 90 euro per una famiglia media e 122 euro per una coppia con 2 figli.
Quali alimenti costano di più?
Nella graduatoria dei rincari che incidono di più sulla spesa quotidiana ci sono il burro con un +38,1%, mentre il costo del riso sale del 26,4%, la farina di oltre il 24%, la pasta aumenta del 21,6%. Lo zucchero segna aumenti del 18,4%, i gelati del 18,2%. Anche i prodotti freschi subiscono significativi aumenti dei prezzi, a partire dai vegetali che registrano un +16,7%, seguiti da uova (+16,6%) e pollame (+16,5%). Il latte fresco parzialmente scremato costa il 15,3% in più, il pane il 14,6% e, con la carenza di anidride carbonica, le acque minerali il 12,9%. Per il capitolo energia, dopo il +103,4% registrato dal costo dell'elettricità (libero + tutelato), l'aumento più forte è segnato da gas naturale e gas di città con +63,7%. Gpl e metano sono a +46,4%, gasolio per riscaldamento a +43,7%.
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