Catcalling, condannati a un mese di carcere tre militari a Milano per le molestie verbali a una 19enne. Sono stati, infatti, condannati a un mese di carcere, con pena sospesa e non menzione, tre giovani imputati in uno dei primi processi celebrati in Italia per catcalling, ossia molestie verbali rivolte per strada o in un luogo pubblico. A deciderlo è stato il giudice monocratico milanese Luigi Fuda che ha ritenuto colpevoli i tre uomini che ai tempi della vicenda erano militari dell'esercito (uno ha poi lasciato) in servizio a Milano.
Aurora Ramazzotti difende Paola Di Benedetto dagli haters: «Se se ne parla è perché ce n’è bisogno»
Catcalling a Milano, la vicenda
Nel marzo 2021, secondo la ricostruzione, avrebbero preso di mira una 19enne con espressioni pesanti e insulti ripetuti durante il pomeriggio.
La difesa, lette le motivazioni, farà ricorso.
Tremila euro di risarcimento danni
Il giudice della settima sezione penale ha anche condannato i tre a 3 mila euro di risarcimento alla vittima e alle spese processuali.
Il legale di parte civile, Roberta Bianchi, ha ricordato che ancora oggi la giovane «è visibilmente turbata» e quando ricorda quella vicenda piomba «in uno stato d'ansia e di paura» come allora. «Era provata per la violenza delle parole - ha aggiunto l'avvocatessa - e la petulanza dei tre militari».
Per il difensore, Salvo Lo Greco, i tre militari «hanno semplicemente chiesto alla ragazza» e all'amica che era con lei «se volevano bere con loro». Inoltre, per l'avvocato, «nessuno dei testi presenti ha confermato quello che ha raccontato la vittima - ha proseguito rivolgendosi al giudice -. Sono militari con le loro carriere e il loro lavoro, due mesi di arresto sarebbe un disastro. Allora le chiedo di assolverli con la formula più ampia», per mancanza di prove. L'avvocato Lo Greco ha inoltre sottolineato che la 19enne sarebbe stata «interessata a coprire un'altra situazione» ossia quella per cui il padre è stato archiviato: era intervenuto in difesa della figlia e ha schiaffeggiato uno dei militari. La ragazza sentita durante il processo ha raccontato che il 21 marzo 2021, in zona San Siro, era stata avvicinata dai tre militari, addetti all'operazione 'Strade sicurè ma in quel momento fuori servizio e intenti a bere birra in un bar. «Per tre volte mi sono venuti vicino con frasi pesanti. Poi quando sono intervenuti i miei genitori a difendermi hanno detto 'Non fatela più uscire di casa da sola'».
Leggi l'articolo completo su
Leggo.it