Questo piccolo borgo al confine tra le province di Avellino, Salerno e Potenza detiene, secondo l'ultimo rapporto Migrantes, il record di cittadini iscritti all'Aire, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero. Castelnuovo ha 605 abitanti e ben 2752 cittadini Aire. Persino il gruppo Facebook «Castelnuovo di Conza e Castelnuovesi nel Mondo» supera per iscritti gli abitanti: quasi mille e trecento contro i 605 cittadini in loco, destinati a diminuire. «Per dieci persone che muoiono all'anno, al massimo ne nascono due o tre» commenta rammaricato il sindaco Michele Iannuzzelli, in carica da quattro anni.
Gli anziani si godono le ultime ore di insolito e gradito tepore autunnale seduti all'ombra di un albero sempreverde, proprio accanto all'insegna «piazza dell'Emigrante», appena fuori il villaggio di 250 prefabbricati che un tempo hanno ospitato i terremotati del 1980, e ora, a luglio e agosto, si riempiono dei castelnuovesi della diaspora che vengono a passarci le vacanze, raddoppiando la popolazione. In una delle case di legno trovate uno dei tre bar del paese. Maria Del Vecchio prepara i caffè. Lei all'estero non c'è stata. Qui è nata e qui è rimasta. Rara avis. Ma sei fratelli di suo padre hanno preso i bastimenti per Argentina, Venezuela e Stati Uniti e quasi tutti là sono rimasti. Così Maria ha una marea di cugini dall'altra parte dell'Atlantico. In tutta Castelnuovo di Conza, in provincia di Salerno, incastrata tra quelle di Avellino e Potenza (è giusto la linea delle pale eoliche a fare da confine), spartiacque tra il Tirreno e l'Adriatico, vero osso del Mezzogiorno, per usare l'antica definizione di Manlio Rossi-Doria, in questo angolo d'Appennino che domina l'alta valle del Sele non c'è nessuno dei residenti che non abbia o abbia avuto un parente residente all'estero o comunque lontano dal paese o che non si sia stato di persona per anni o decenni.
Solo così si spiega la grande discrepanza che c'è tra i residenti reali e quelli virtuali. Chi, invece, per lavoro si è trasferito in Europa (Belgio, Svizzera, Germania, Inghilterra) ha conservato un legame con il paese d'origine e lo coltiva. «Ma chi vive in Sudamerica» spiega Guarino «ha scarsissimi contatti con noi». Solo burocratici. «La richiesta di cittadinanza italiana e quindi europea» aggiunge «serve ai sudamericani per godere dei diritti comunitari e spesso è necessaria per far studiare i figli in Spagna». Leggi l'articolo completo su
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