A Radio 24, durante la trasmissione “La Zanzara”, non ci hanno pensato più di un attimo prima di sponsorizzare l’idea del sesso “non virtuale” in carcere da consumare con modelli artificiali di femmine e maschi virtuali. L’intervento del concessionario romano delle bambole e dei sex toys in silicone ha infatti lanciato la provocazione: «Sesso in carcere con le doll ma solo per i carcerati che non hanno commesso reati contro la persona e che sono a fine pena. Vorrei fare una sperimentazione con l’aiuto dei Radicali Italiani».
Detto, fatto. I Radicali che hanno raccolto l’invito e stanno studiando il progetto mettendo a punto uno speciale pacchetto legislativo da far votare a Camera e Senato. D’altronde questa pratica è già in uso nelle carceri americane dell’Arizona.
Basta navigare su internet per rendersi conto che il fenomeno delle bambole hard è in forte ascesa. La fabbrica più importante in Europa si trova a Duppigheim, in Alsazia: produce le cosiddette “dream doll”, in grado di muovere perfino gli occhi per essere quasi come le donne vere.
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