Bambino scomparso da quattro anni, la denuncia del papà: «Sparito in Polonia per mano dei nonni, aiutatemi»

Danilo e il figlio sparito da 4 anni per colpa dei nonni: «Aiutatemi, cercano auto in tutta Europa ma non Lucas»
Da quattro anni cerca il figlio, che compirà sette anni tra due mesi ed è sparito nel nulla dopo essere stato lasciato a casa dei nonni materni. Le ha provate tutte, ma senza successo. Ed è per questo che Danilo Mei, 49enne romano, ha deciso di tentare la mossa della disperazione per ritrovare il suo Lucas: quella di denunciare pubblicamente l'accaduto, dopo aver chiesto invano aiuto alle istituzioni italiane e non solo.


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Michele Galvani, per Il Messaggero, raccoglie la denuncia pubblica di Danilo Mei: «Sono disperato, ho bisogno di ritrovare mio figlio. Sto impazzendo, le ho tentate veramente tutte ma non sono mai riuscito a ottenere nulla, anche a causa di negligenze ed errori giudiziari». L'uomo racconta cosa è accaduto al momento della sparizione di Lucas Indigo Mei: «La mia compagna morì di infarto quando lui aveva un anno e mezzo, decisi di andare in Polonia e lasciai mio figlio ai nonni materni perché dovevo cercare un nuovo lavoro. Una volta tornato, non c'era più nessuno. La nonna, Inna Caruk, e lo zio materno, David Kiss, me lo hanno portato via. Il nonno materno nel frattempo è morto, di lui avevo un numero. Ho girato tra Budapest ed Eindhoven, gli ultimi indirizzi utili, ma nulla».


Danilo Mei, che vive a Roma, non ha intenzione di arrendersi. Nemmeno di fronte ad ostacoli clamorosamente insormontabili e francamente inaccettabili. «Mi sono rivolto al mondo intero, da Striscia alle Iene, fino a "Chi l'ha visto", per non parlare di avvocati che promettono ma poi scopro che non esiste neanche una denuncia al Tribunale. Però i soldi li vogliono, eccome. Qualcuno della polizia mi ha detto che è solo una disputa familiare. Ma come? Se io porto via un minore senza permesso, finisco in carcere. Nessuno sta cercando Lucas, nessuno. Se ti rubano una macchina, la cercano in tutta Europa. Mio figlio no» - spiega il papà di Lucas - «Io non sono un delinquente, sono un papà normale. Sono solare ma ora sono in una fase durissima, la situazione è tragica. Ho bisogno di lui, sono certo che lo riconoscerei subito anche adesso. Domando: il ministero degli Esteri a cosa serve? Parliamo sempre di un bambino italiano, anche se ha doppio cognome. Qualcuno mi dovrà pur aiutare». Leggi l'articolo completo su
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