Va a trovare l'anziana madre e trova la badante che dorme ubriaca
E temendo che volesse circuire lo zio, la licenziò. Da quel momento la badante avrebbe cominciato a tempestare di messaggi di amore l’anziano e di minacce il nipote: accusa quest’ultimo di essere la causa della fine della loro storia d’amore. Di notte e di giorno. Causando anche una crisi depressiva nell’anziano che non accettava la separazione da quella donna.
La testimonianza di quest’ultimo è stata ritenuta fondamentale nella la decisione di condannare l’imputata (difesa dall’avvocato Roberta Romano), ha scritto nella sentenza il giudice Maria Paola Sanghez. Atti persecutori, l’accusa.
Inoltre al nipote costituitosi parte civile con l’avvocato Giuseppe Milli, è stato riconosciuto un risarcimento dei danni di 15mila euro. La pena è stata dichiarata sospesa a condizione che l’imputata risarcisca il danno. Leggi l'articolo completo su
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