Angela Brandi, dimessa dall'ospedale e morta a 24 anni. Il racconto choc: «Un colpo di tosse, poi tanto sangue»

I familiari accusano i medici del pronto soccorso: «In ospedale scene allucinanti»

Angela Brandi, dimessa dall'ospedale e morta a 24 anni. Il racconto choc: «Un colpo di tosse, poi tanto sangue»

«Mi ha detto zia non respirò più, le ho preso la mano e ha smesso di parlare». È il racconto degli ultimi attimi di vita di Angela Brandi raccontati dalla zia, Angela Vitale, quella che si definisce la sua “seconda madre”. E' successo all'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli (Napoli).

Nonostante l’immane dolore, la donna ripercorre con lucidità quelle drammatiche ore. «La prima volta, qualche ora prima, si era fatta accompagnare dal suo datore di lavoro, ma io l’ho subito raggiunta: mentre si trovava dentro l’ho sentita al telefono e lei mi ha detto “zia io ho un dolore in petto”.  A quel punto sono entrata e ho chiesto al medico di fare controlli più approfonditi e farla visitare da uno specialista, magari da uno pneumologo perché le sue condizioni mi sembravano strane, ma mi è stato risposto di stare tranquilla e che il sangue era dovuto a una varice. Un medico mi ha anche accusata di volermi sostituire a loro, mentre una infermiera del triage mi ha trattata in malo modo».

 

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Terminata la visita, la giovane è stata dimessa

«Sembrava che stesse bene, tanto che siamo tornate a casa mia e le ho cucinato le patatine fritte. Poi siamo andate a fare la spesa al supermercato ma non siamo nemmeno arrivate che ha fatto un forte colpo di tosse e le è uscito un sacco di sangue da naso e bocca. L’ho messa in macchina, siamo corse verso l’ospedale. Era piena di sangue, come l’ho trovata sul lettino dell’ospedale, quando dopo due ore di attesa ci hanno comunicato il decesso».

 

 

La donna accusa senza mezzi termini i medici del pronto soccorso

«Se fossero stati più scrupolosi si sarebbe salvata. Angela era bella come il sole, aveva una salute di ferro, erano anni che non si ammalava manco con un’influenza». Incredulo anche un altro zio della vittima, l’attore e regista Mimmo Manfredi tra i primi a raggiungere il nosocomio flegreo. «Ho visto scene allucinanti, lei stesa in uno stanzino e ricoperta di sangue. Faccio difficoltà a credere che una ragazza rimandata a casa per una varice al naso possa poi morire dopo quattro ore».

 

 

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