Alessandro Onorato: «Abbiamo fatto rinascere la Capitale. Ora tocca al Pd»

L'assessore ai Grandi Eventi: «La città viene prima dei contrasti politici»

Alessandro Onorato: «Abbiamo fatto rinascere la Capitale. Ora tocca al Pd»

Alessandro Onorato è l'assessore al turismo, allo Sport, alla Moda e ai Grandi Eventi del Comune di Roma. Con il suo arrivo in giunta il Campidoglio ha messo il turbo. Almeno nei settori di sua competenza. Quarant'anni festeggiati da poco, sposato, padre di due figlie, con Raffele Ranucci ha messo in piedi la lista civica a sostegno del sindaco Roberto Gualtieri. In questo primo anno di amministrazione ha riportato la maison Valentino a sfilare di nuovo a Roma, ha fatto della Capitale la mecca dello sport: dal tennis al beachvolley, dalla pallavolo al Giro d'Italia, dallo skate al padel. Grazie alla sua dinamicità, Roma ha superato dopo 11 anni Milano nella vendita dei biglietti di concerti. E il Circo Massimo è tornato ad essere uno dei palchi più ambiti di artisti italiani e internazionali: solo la scorsa estate Vasco Rossi, Maneskin, Ultimo e Renato Zero. Ma è proprio di questi giorni l'annuncio prima dell'unica tappa italiana dei Guns N' Roses, poi del vincitore di Sanremo Mengoni, che si aggiungono a Bruce Springsteen e agli Imagine Dragon.

 

Marco Mengoni e il super concerto al Circo Massimo, l'assessore Onorato: «Grande evento che conferma Roma capitale della musica»


Dove vuole arrivare?


«Con il Sindaco Gualtieri vogliamo restituire a Roma la centralità internazionale che merita. Con il turismo e i grandi eventi stiamo creando ricchezza e lavoro per tutti».


L'artista che sogna di portare a Roma?


«Tanti. Comincerei da Dua Lipa, Coldplay e sogno la grande reunion dei Pink Floyd. Roma sarebbe la città perfetta».


Perché Madonna, Elton John e The Weeknd hanno preferito Milano?


«Per scelte economiche degli organizzatori. Per Madonna, che si esibisce nei palazzetti, è più conveniente Milano rispetto al PalaEur, che ha meno posti. Senza dimenticare che Roma è logisticamente più lontana dalle altre tappe europee del tour. Elton John e The Weeknd hanno preferito San Siro all'Olimpico perché riescono a fatturare di più tra biglietti e hospitality».


Servono altri impianti?


«Sì, bisogna lavorare per pianificare la ristrutturazione strutture esistenti come il PalaTiziano e la realizzazione di nuove».


A proposito, lo sa che il 15 luglio ci saranno in contemporanea 70mila persone al Circo Massimo per Mengoni e quasi 60mila all'Olimpico per i Pooh?


«Roma è l'unica città in Italia capace di reggere un impatto del genere. Una delle poche in Europa, ma nessuno lo riconosce pubblicamente. Già lo scorso anno gestimmo contemporaneamente nella stessa area del Foro Italico 70mila persone per la finale di coppa Italia, Juve-Inter, e 40mila spettatori per le semifinali degli internazionali di tennis. Nessun incidente e una grande festa cittadina».


Finora Roma ha potuto contare sull'appoggio della Regione guidata da Zingaretti, adesso?
«Collaboreremo con lealtà con il presidente Rocca, come facciamo da mesi con il governo Meloni. Roma, il suo sviluppo e i suoi legittimi interessi vengono prima della contrapposizione partitica».


Alle regionali il centrosinistra ha sbagliato candidato?


«No. Alessio D'amato è stato un leone».


Allora gli elettori hanno bocciato l'operato dei dieci anni di Zingaretti.


«Forse non si è stati abbastanza efficaci nel comunicare il grande lavoro fatto. A partire dal risanamento della sanità regionale. Il vento tirava a destra, ci presentavamo divisi e, nonostante l'ottimo risultato del Pd, la partita era persa in partenza».


Per questo ha deciso di tornare nel Pd?


«Io ho contribuito a fondare il Pd. Fui il più giovane degli eletti al Comune all'opposizione di Alemanno, ma tirava una brutta aria. Se non baciavi la pantofola a qualche capocorrente eri fuori dai giochi. Ho fatto 13 anni d'opposizione a tre sindaci. Unico caso nella storia. Oggi voglio contribuire alla rinascita del Pd, a un vero ricambio generazionale, ma soprattutto a soluzioni concrete e comprensibili. E credo, come ho già detto, che Stefano Bonaccini sarà il segretario di questa grande rinascita».

 


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