La legge prevede tre diversi gradi di reato. Se la morte viene causata in violazione del codice della strada, la pena rimane quella prevista oggi, ossia tra due e sette anni. Se la morte viene causata da un automobilista con tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi per litro, la pena va da 5 a 10 anni. Ed è la medesima anche per chi abbia adottato al volante condotte pericolose, a partire dall'eccesso di velocità. Se chi guida è in stato di alterazione, per ebbrezza grave - oltre 1,5 grammi per litro - o uso di droghe, la pena sale da 8 a 12 anni. E se l'omicidio è di più persone si sale a 18 anni.
Più gravi anche le pene per chi causa lesioni. Se chi guida è sotto effetto di alcol o droghe, la pena va da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. La reclusione va da un anno e sei mesi fino a tre per lesioni gravi e da 2 a 4 per le gravissime, nel caso in cui l'automobilista abbia un tasso alcolemico alto - soglia 0,8 grammi per litro - o l'incidente sia stato causato da manovre pericolose. Se l'automobilista dopo l'incidente scappa, la pena viene aumentata da un terzo a due terzi, e non può essere inferiore ai cinque anni per omicidio e tre per lesioni.
In caso di condanna o patteggiamento la patente viene automaticamente revocata e potrà essere nuovamente conseguita solo dopo 15 anni, in caso di omicidio, e 5 in caso di lesioni. In caso di fuga, la revoca sale a trent'anni. Una legge più dura dunque, come richiesto più volte dalle associazioni per le vittime della strada: la versione precedente prevedeva l'obbligo di arresto in flagranza. E solo per l'omicidio. Le lesioni non erano contemplate.
Ora, in tutti i casi nei quali ci siano vittime, sarà l'Autorità a decidere. E così adesso non rimangono che pochi passi prima dell'approvazione definitiva della legge.
«Entro l'anno - dichiara Riccardo Nencini, Vice Ministro Infrastrutture e Trasporti - sarà legge». E un inasprimento “dovuto”. «A fronte del dimezzamento dei morti sulle strade italiane - prosegue - sta crescendo il numero dei morti provocati da chi guida sotto l'effetto di alcool e di stupefacenti. Si calcola una percentuale di oltre il 25% per cento. È la ragione che ci ha indotto a rendere le norme più gravi e più giuste». Leggi l'articolo completo su
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