Per trovarne le origini bisogna salire in Langa, a La Morra. Qui la panna cotta ebbe i suoi natali per mano del titolare del ristorante Belvedere, Settimio Roggero. La leggenda vuole che ispirare quel ristoratore, con la moglie Giuseppina, intorno agli anni 40 del Novecento, sia stata una signora ungherese in vacanza, intenta a fare la cura dell'uva con i grappoli di dolcetto. Poi la ricetta passò di mano in mano, prima al figlio Giorgio e a sua moglie Maria Vittoria, poi al fratello di quest'ultima, Gian Bovio. La signora Maria Vittoria ha ottant'anni, ma ricorda bene: «Ne facevamo anche duecento formine per volta, e mio marito sapeva il segreto su come cuocerle, a fuoco basso, con le dosi giuste. Venivano da Torino e da Milano per mangiarla ». Gian Bovio, uno dei pionieri della ristorazione di Langa, mancato l'anno scorso, imparò a farla e rilevò il locale dove era entrato cameriere. Ora la ricetta della panna cotta, immutabile, è nelle mani dello chef Marco Boschiazzo, che ha sposato la figlia di Gian, Alessandra. «Si è tramandata tra uomini. Non è un piatto omologato, piace a tutti e c'è un particolare segreto che da noi lo rende speciale».
(G.Pad.)
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