Arriva oggi in aula alla Camera la legge sulla legalizzazione della cannabis. Ad accoglierla sono due schieramenti bipartisan di favorevoli e contrari. A sostenere la proposta di legge sono stati bel 220 deputati e 73 senatori, appartenenti alle più diverse forze politiche: Pd, SI, M5s, Forza Italia. Ad opporsi invece sono soprattutto i centristi di Area popolare, ma anche i cattolici del Pd, sostenuti dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin che su twitter anche ieri scriveva: «Alcol e droga sono una piaga. Non diciamo solo no alla liberalizzazione della cannabis, diciamo no a tutte le dipendenze: droga, alcol, gioco».
Intanto il ddl è arrivato in aula senza mandato al relatore. Davanti alla presentazione di 1.700 emendamenti (1.300 solo di Ap), le commissioni Giustizia e Affari sociali hanno rinviato tutte le proposte di modifica all'Aula, dove potrebbero anche crescere di numero. La strada per l'approvazione si preannuncia così tutta in salita e di sicuro non si comincerà a votare se non dopo la pausa estiva. Per i suoi sostenitori l'approdo in Aula è già un successo. «È comunque un fatto storico», commenta il sottosegretario Benedetto Della Vedova, promotore del ddl. Ed è proprio lui il bersaglio del capogruppo di Ap Maurizio Lupi che ha ironicamente consigliato al sottosegretario di «concentrarsi sulla politica estera» piuttosto che su «un provvedimento inutile e dannoso per la vita dei giovani».
Ma cosa prevede esattamente la legge? Il testo ammette la coltivazione di cannabis per uso personale fino a 5 piante di sesso femminile, mentre per la detenzione il tetto massimo è di 5 grammi all'esterno e 15 grammi in casa. È possibile fumare solo negli spazi privati, mentre rimane il divieto di consumare marijuana e hashish in luoghi pubblici. Resta proibito e punito lo spaccio. Il commercio è consentito in regime di monopolio statale per la coltivazione delle piante, preparazione e vendita al dettaglio. Previste anche norme per facilitare l'uso di cannabis a scopo terapeutico.
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