La richiesta di sequestro preventivo - 185.693 euro percepiti dal 1. agosto 2000 al giugno 2013 - è stata però respinta per ben due volte. La prima dal gip, la seconda al Tribunale del Riesame, a cui gli inquirenti si erano appellati per ottenere il "sequestro per equivalente". «I giudici - spiega l’avvocato Luciano Falomo - hanno riconosciuto che l’uomo, tra luci e ombre, si muoveva in un contesto domestico, pertanto certi lavori li poteva eseguire. E poi agli atti ci sono le foto che dimostrano che non ha più le retine».
Non è dello stesso avviso il procuratore capo Marco Martani, a cui il fascicolo d’indagine è stato restituito. Il magistrato sta valutando se disporre una perizia, in modo da acquisire il parere di un oculista prima di decidere se archiviare il caso o se chiedere il rinvio a giudizio del sessantaseienne di Sacile. La difesa appare serena, nonostante i tre filmati girati dalla Guardia di finanza il 4, 5 e 9 maggio 2013. Documentano che l’ipovedente è in grado di fare lavori di giardinaggio e di pavimentazione, raccogliendo con la cazzuola i detriti. «Lavori di precisione», secondo la Procura, che ora vuole andare a fondo.
L’uomo è stato riconosciuto parzialmente cieco dalla Commissione medica provinciale nel 1992. Le sue condizioni si sono aggravate nel 1996, nel 2000 è diventato totalmente cieco ed è stato esonerato da ulteriori visite.
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