Una chiamata inaspettata a volte può cambiare il corso della vita e ribaltare le carte in tavola. Da docente a street artist per professione, Tvboy ha raccontato l'inizio della sua carriera e la fortuna di aver riempito uno spazio vuoto, liberatosi all'ultimo minuto al Padiglione d’arte contemporanea che si tenne a Milano nel 2007. L'artefice? Vittorio Sgarbi, storico e critico d’arte che contattà telefonicamente l'artista per una mostra saltata.
La chiamata
«Tuttora non so quale fosse la mostra prevista, ma la svolta è stata lì», ha confessato Tvboy al Corriere della Sera, mettendosi a nudo e spiegando che fu tutto merito di quella chiamata. E se non fosse mai arrivata? Questo non è dato saperlo, ma Sgarbi nel 2007 diede un'occasione a chi era noto soltanto 'per strada', tra i vicoli degli artisti.
Dai murales a un museo vero, Salvatore Benintende - in arte Tvboy - ha spiegato che in soli due mesi riuscì a trovare tutto il materiale necessario per la mostra. Fu una corsa contro il tempo che diede i suoi frutti: il 43enne è tra gli artisti contemporanei più ambiti, non solo in Italia ma anche all'estero, dove ha portato la sua arte e il suo talento. «Con la mostra del 2007 ho venduto le mie prime tele: cinquemila euro l’una. In quei giorni ho guadagnato quanto avrei preso in un anno con i lavori di prof e art designer», ha raccontato.
Street Art
Roma, Barcellona, Milano.. Stati Uniti, ma come fa Tvboy a lavorare sotto gli occhi indiscreti dei passanti? «Agisco di pomeriggio con una pettorina gialla: se sei visibilissimo la gente non ci fa caso», ha spiegato. E le multe? Salate, a detta sua: dai 300mila euro in su. La tecnica adoperata dall'artista siciliano è sempre la stessa: affiggere a scappare: «A Milano ho iniziato con lo spray di notte. Però ci voleva troppo tempo, i colori col buio non si vedevano, finivo nei guai con i controlli. Allora ho cominciato a preparare il soggetto su poster, lo incollavo e sul posto lo rifinivo».
Le opere di Tvboy contengono messaggi sociali, politici e sono rivolti a personaggi noti come presidenti, calciatori e funzionari religiosi. Tra i suoi ultimi poster, ricordiamo "La beneficenza ai tempi dei social media" che ritrae Chiara Ferragni mentre regala dei soldi a un senza fissa dimora e riprendende la scena col celullare. Un'opera satirica che richiama il caso mediatico scoppiato intorno all'influencer e alla casa dolciaria Balocco, il Pandoro-gate.
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