A scontrarsi contro il relitto più celebre della storia è stato nel luglio scorso il Triton 3600, un mezzo sottomarino da 35 milioni di dollari, noleggiato dalla Eyos Expeditions, un tour operator con sede nell'Isola di Man, che organizza viaggi avventurosi per aspiranti esploratori, ovviamente ricchi: il viaggio negli abissi costa sui centomila dollari. Ma nella missione dello scorso luglio c'è stato un fuoriprogramma al cardiopalma: a causa delle correnti violente il pilota del sottomarino ha perso il controllo del mezzo e ha urtato il relitto sulla fiancata di dritta. Un po' come schiantarsi con un camion contro la Piramide di Cheope, anche se ora il capo della spedizione Rob McCallum si affretta a dire che i danni al Titanic siano stati di lieve entità.
La spedizione di luglio aveva fatto notizia. A bordo c'erano anche gli scienziati della Newcastle University, e si trattò del primo contatto con il relitto del Titanic in quasi 15 anni. Al ritorno i ricercatori rivelarono che la famosa vasca da bagno del capitano Edward Smith era scomparsa nei meandri della immensa bara d'acciaio del Titanic, sempre più deteriorata dall'erosione e dai batteri.
La vicenda della collisione è emersa nell'ambito della battaglia legale in corso per decidere il futuro del Titanic, ad oltre un secolo di distanza dall'inabissamento del transatlantico. Il mese prossimo la Rms Titanic Inc, società statunitense specializzata nel recupero di relitti e che dal 1994 è l'unica legalmente autorizzata a rimuovere reperti dal sito, chiederà ad un giudice di un tribunale della Virginia il permesso per recuperare dal relitto alcuni manufatti, tra i quali un telegrafo Marconi, la voce del Titanic.
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