Terremoto Turchia, «sisma mille volte più forte che ad Amatrice. Italia a rischio, un 7.2 farebbe danni enormi»

Parla Alessandro Amato, il sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: "Dall'Abruzzo verso il Sud, poi in Calabria, in Sicilia orientale le nostre zone più sismiche"

Terremoto Turchia, «sisma mille volte più forte che ad Amatrice. Italia a rischio, un 7.2 farebbe danni enormi»

Alessandro Amato, sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, cosa è successo in Turchia e Siria?


«È stata la faglia Est Anatolica a scatenare il terremoto: è lunga circa duecento chilometri, lo spostamento laterale, fino a tre metri, ha determinato un terremoto di magnitudo 7.8, pari a quasi mille volte quello di Amatrice o trenta volte quello dell'Irpinia».

 

Oltre 7.200 vittime. Colpita area di 450 chilometri

 


Un evento simile potrebbe verificarsi in Italia?
«Terremoti così grandi in Italia non ci sono mai stati. Non è una cosa attesa, ma non si può escludere categoricamente. Se si attivassero tre o quattro faglie insieme, potrebbe accadere. In Nuova Zelanda, qualche anno fa, è successo. Da noi, comunque, basterebbe un sisma di 7.2, per provocare danni enormi».


Ci sono zone più a rischio?
«Dall'Abruzzo verso il Sud, poi in Calabria, in Sicilia orientale. Insomma, in tutte quelle zone dove, storicamente, abbiamo avuto i terremoti più forti».


Adesso, cosa succederà nella zona colpita dal terremoto?
«Ci saranno altre scosse, alcune già sono state registrate, inclusa una di magnitudo 7.5. Queste repliche possono durare anni. Lo vediamo anche nel nostro Paese: ad Amatrice, Norcia, Visso, registriamo un livello di sismicità superiore a quello precedente al sisma 2016. Sicuramente nella zona rimarrà l'allerta per alcune settimane, ma con scosse progressivamente più deboli».
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