La tv di Stato russa boccia i giovani: «Ci mancano soldati, non sono pronti a morire per Putin»

La Russia sta perdendo centinaia di militari in Ucraina e sono pochissimi quelli pronti a sposare la causa della «operazione speciale» di Putin

Guerra Ucraina, Russia in crisi: «Ci mancano soldati. I giovani non sono pronti a morire per Putin»

La guerra in Ucraina prosegue senza sosta e la luce in fondo al tunnel non si vede. Per la Russia è un dispendio di risorse economiche, oltre che umane, che a Mosca non avevano previsto. Al Cremlino l'idea di guerra lampo immaginata durante i preparativi è stata spazzata via in fretta. E adesso l'insofferenza, oltre che tra i cittadini, trapela anche nei salotti dei talk show televisivi. Spesso teatro di campagne anti-occidentali, la tv di stato ha fatto da megafono per un attacco durissimo ai giovani russi, che «non vogliono morire in Ucraina», dice l'ex spia Maria Butina, ora membro della Duna. «I giovani che si arruolano svengono se si tagliano un dito», le sue parole.

 

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La Russia ha bisogno di soldati

 

La Russia sta perdendo centinaia di militari in Ucraina e sono pochissimi quelli pronti a sposare la causa della «operazione speciale» di Putin. Durante il programma "60 Minutes", l'esperto militare Igor Korotchenko ha suggerito che i nordcoreani potrebbero unirsi ai ranghi militari russi, come stanno già facendo i ceceni e altri volontari dal resto del mondo. Il giornalista Vladimir Solovyov ha provato a plasmare il pensiero dei suoi concittadini: «Mi irrita che la nostra società non capisca che si sta verificando un momento di svolta. O ci alziamo, costruiamo e finiamo su un altro livello, o semplicemente cessiamo di esistere. Sai cosa mi sorprende? Che si dica che i coscritti non devono combattere. E allora cosa dovrebbero fare nell'esercito?».

 

 

Il suo ospite, il politologo Alexander Kamkin, era d'accordo e ha suggerito di condurre una «operazione speciale culturale» in Russia, per convincere le persone ad arruolarsi.  Lo scrittore Zakhar Prilepin sulla stessa linea: «Abbiamo davvero bisogno di volontari, non lo nascondiamo. Dobbiamo reintegrare il personale espulso. Nel frattempo, il tema della morte è messo a tacere. In una società motivata dal confort, non si può parlare di morte. Ci si aspetta che tutti vadano in guerra, vincano e tornino vivi. O ancora meglio, si spera di non andarci. Se devi morire, devi farlo solo una volta... Questo fa parte del tuo dovere di cittadino, di soldato, di guerriero, di russo».

 

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