«Mamma grazie alle mie sorelle: la più giovane ha donato gli ovociti, la più grande ha portato a termine la maternità surrogata»

Jaclyn e suo marito Greg volevano da tempo un bambino e hanno speso oltre 50mila euro in trattamenti per la fertilità ma senza successo

Un volontà incrollabile di diventare genitori ha permesso a Jaclyn e Greg di coronare finalmente il proprio sogno dopo un lungo percorso fatto di costosi trattamenti, aborti e diagnosi difficili da sopportare: «Mi è sembrato di incontrare qualsiasi ostacolo e problema avremmo potuto trovare sul cammino», dice la neo-mamma riguardo il viaggio intrapreso per risolvere il problema di fertilità

La gioia del primo vagito è arrivata grazie all'aiuto congiunto delle due sorelle di Jaclyn: la più giovane ha donato i suoi ovociti, mentre la più grande si è offerta come surrogata per portare in grembo il piccolo. 

Questo incredibile "lavoro di famiglia" è stato raccontato dalle tre donne al Today Show, dove la mamma ha dichiarato che la sua bambina «conoscerà la loro storia, saprà quanto è stata desiderata e che le sue zie hanno fatto il gesto più altruista e incredibile».

 

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Il problema di fertilità

«Nostra figlia era un miracolo - dice Jaclyn Fieberg al BusinessInsider - dop cinque anni di crepacuore a causa dell'infertilità». Il suo matrimonio con Greg è stato nel 2018, quando la donna aveva 33 anni e lui 37. Entrambi volevano una famiglia e, consapevoli dell'incessante scorrere del tempo, hanno iniziato quasi subito a provare. 

Eppure, nessun battito. Nel 2019 scoprono i problemi di infertilità di Greg e dopo aver provato l'inseminazione intrauterina senza alcun successo, i due passano alla fecondazione in vitro. Nel 2020 arriva la bella notizia: «Ero incinta. Non pensavo sarebbe successo così velocemente. Eravamo deliziati, anche se dovevo presentarmi sola a ogni appuntamento a causa del lockdown per l'emergenza Covid».

Il primo aborto arriva alla 12esima settimana: «Prima di provare di nuovo abbiamo fatto diversi test genetici e i medici hanno scoperto che avevo la sindrome di Mosaic Turner, una condizione genetica congenita collegato a seri problemi di fertilità e al cuore. Poi mi hanno diagnosticato l'endometriosi e nel 2022 mi sono sottoposta a diverse procedure. La più traumatica è stata la rimozione di una delle tube di Falloppio. 

I due non si arrendono, però, e ricorrono ad altri sei cicli di fecondaione in vitro per un totale di più di 50mila euro: «Due volte si è accesa la speranza, ma la prima era un falso allarme, la seconda è finita presto con un aborto spontaneo. Tutto ciò ha pesato molto sulla nostra salute mentale e sul nostro matrimonio. Greg è un vigile del fuoco, lui è quello che risolve sempre tutto, ma non poteva fare nulla per risolvere questa, di situazione. A un certo punto mi ha detto "Penso che dovremmo smettere". Voleva proteggermi, ma non era la risposta giusta».

 

L'aiuto dalla famiglia

Poi, l'intervento - quasi angelico - delle sorelle: «Volevano aiutare in ogni modo possibile e il fattore genetico per me era importante. Meredith è mamma di due gemelle e si è offerta come donatrice. Si sono proposte anche Stephanie, che ha due figlie, e Samantha. Abbiamo escluso Samantha perché non era ancora mamma e la specialista ha deciso che la miglior candidata era Meredith. Nel dicembre del 2022 hanno impiantato un embrione nel mio utero, ma non ha funzionato».

Allora, Stephanie si è offerta come surrogata: «Ha funzionato. Ho accompagnato Stephanie a ogni appuntamento e ha partorito senza problemi a febbraio di quest'anno. Io, mamma, Barbara e Greg eravamo nella stanza con lei. Abbiamo pianto come disperati. Meredith e Stephanie ci hanno fatto il regalo più speciale del mondo. Siamo davvero grati e fortunati di avere Emersyn».

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