La madre condannata all'ergastolo
Sterling era già senza vita e sanguinava dalla bocca quando venne trovato nel suo seggiolino a dondolo in una camera da letto arroventata nella sua casa di Alta Vista, che era in pessime condizioni igieniche e odorava di urina, feci e muffa. I vestiti e il pannolino, che non veniva cambiato da un paio di settimane, erano pieni di vermi, la sua copertina era intrisa di urina: l'autopsia rivelò che il bimbo, che non veniva lavato da settimane, era morto per malnutrizione, disidratazione e un'infezione da E. coli. In quella situazione sembra quasi un miracolo che la sorellina di due anni del piccolo fosse sana.
Alla lettura della sentenza, Cheyanne è rimasta impassibile, impietrita nel vedere che tutti i suoi tentativi di giustificazione erano andati a vuoto: aveva cercato di essere considerata mentalmente inferma a causa della droga, aveva parlato a lungo della sua depressione post partum, aveva chiesto un nuovo processo, ma non c'è stato nulla da fare. Solo ora, forse, ha capito a quale morte orribile sia andato incontro Sterling per colpa sua: una colpa che la perseguiterà per tutta la vita. Leggi l'articolo completo su
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