Gaza, direttore ospedale Shifa: «Pronti a evacuare se Israele lo consente». Nbc: possibile accordo per il rilascio di 80 ostaggi

Le ultime notizie della decima guerra fra Israele e palestinesi

Israele: corridoio umanitario anche dallo Shifa. Razzo dal Libano, l'esercito colpisce oltre confine

Ue: serve pausa umanitaria per rifornire ospedali Gaza

«L'Ue è seriamente preoccupata per l'aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza e si unisce agli appelli per una pausa immediata delle ostilità e per la creazione di corridoi umanitari, anche attraverso una maggiore capacità ai valichi di frontiera e attraverso una rotta marittima dedicata».

È quanto dichiara l'Alto Rappresentante Ue Josep Borrell condannando «l'uso di ospedali e civili come scudi umani da parte di Hamas. I civili devono poter lasciare la zona di combattimento». «Gli ospedali devono essere riforniti immediatamente delle forniture più urgenti e i pazienti» più gravi «devono essere evacuati in sicurezza», ha aggiunto.

Israele: catturati oltre 20 miliziani Hamas

Le forze armate israeliane e lo Shin Bet, il servizio segreto interno israeliano, hanno annunciato di aver catturato, in una operazione congiunta, oltre 20 membri di Hamas nella Striscia di Gaza, che sono stati portati in Israele per essere interrogati. Lo riporta Haaretz. Gli interrogatori serviranno a raccogliere informazioni utili per le attività militari sul terreno.

Idf: attaccati obiettivi Hezbollah in Libano

Un portavoce delle forze armate israeliane ha annunciato che è stato portato a termine un attacco aereo, con jet da combattimento e altri velivoli, contro diversi obiettivi appartenenti a Hezbollah, la milizia sciita attiva nel sud del Libano, informa il quotidiano Haaretz. Tra gli obiettivi, una struttura militare che conteneva un deposito di armi e munizioni.

Direttore ospedale Shifa: "Pronti a evacuare se Israele lo consente"

Il direttore dell'ospedale Al-Shifa di Gaza, Mohammad Abu Salmiya ha dichiarato che il personale medico e i pazienti sono pronti per un'immediata evacuazione se Israele lo consentirà. Lo ha dichiarato a Radio Ashams a Nazareth, ripreso dai media israeliani.

Ha aggiunto che l'intervento delle organizzazioni internazionali è necessario per garantire un'evacuazione sicura verso un centro medico nella parte meridionale della Striscia. Ha menzionato oltre 700 pazienti, incluse persone in dialisi e feriti, con tre morti e altri quattro decessi negli ultimi due giorni a causa della mancanza di ossigeno e di dialisi.

Israele: "Hamas ha impedito a Shifa di ritirare carburante"

L'esercito israeliano voleva consegnare 300 litri di carburante per «urgenti fini medici» all'ospedale Shifa di Gaza City ma Hamas ha impedito al personale della struttura di prenderli. Lo ha detto il portavoce militare secondo cui questa mattina soldati israeliani sono arrivati all'ingresso dell'ospedale e lì hanno depositato il carburante.

L'esercito ha anche diffuso la registrazione di una conversazione tra un ufficiale israeliano e un responsabile dell'ospedale secondo cui Yosef Abu Rish, direttore generale del ministero della Sanità, ha impedito al nosocomio di prendere il carburante.

Onu, Guterres insiste: "Israele non protegge i civili a Gaza"

«Le leggi di guerra prevedono la protezione dei civili e l'esercito israeliano non lo sta facendo a Gaza». Lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, in un'intervista alla Cnn. «Dai numeri delle vittime civili è evidente che questo non sta succedendo», ha ribadito.

Nbc parla di scambio di prigionieri. Ma mancano conferme

Sarebbe stato trovato un accordo tra Hamas e Israele per il rilascio di circa 80 donne e bambini israeliani in cambio di donne e adolescenti palestinesi detenuti da Israele. Lo dice un funzionario dell'amministrazione di Joe Biden alla Nbc. Secondo la fonte, gli Stati Uniti stanno esplorando anche altre opzioni, precisando che non c'è alcuna certezza che qualsiasi accordo proposto abbia successo. Al momento tuttavia mancano conferme sia israeliane che palestinesi. Di un accordo del genere si era parlato anche nei giorni scorsi.

 

Netanyahu: «Abbiamo offerto il carburante all'ospedale di Shifa di Gaza, ma loro lo hanno rifiutato»

«Abbiamo offerto il carburante all'ospedale di Shifa di Gaza, ma loro lo hanno rifiutato». Lo ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu al network americano Nbc, senza fornire ulteriori dettagli.

Nuovi attacchi di Hezbollah dal Libano, colpite tre località

Nuovi attacchi con razzi anticarro sono stati lanciati dagli Hezbollah dal Libano del sud dopo quello contro l'altura di Dovev, dove sei israeliani sono rimasti feriti, uno dei quali in condizioni molto gravi. In seguito, riferiscono fonti locali, altri razzi anticarro sono stati lanciati verso le località di Zarit, Yifatch e Aramshe. Finora si ha notizia di almeno un ferito in questi nuovi attacchi. In alcune zone dell'Alta Galilea la popolazione ha avuto ordine di restare nei rifugi.

Ben Gvir: controllo totale su nord Striscia di Gaza

Israele deve mantenere un "pieno controllo" delle zone occupate finora a Gaza, «anzi, delle zone liberate»: lo ha affermato il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra "Potere ebraico". In un'intervista alla radio pubblica Kan ha poi sostenuto che fu un errore lo sgombero dei coloni da Gaza del 2005. «Fossero rimasti, le stragi del 7 ottobre non sarebbero avvenute perchè - ha spiegato - chi controlla il terreno raccoglie anche informazioni. È il padrone di casa». Sulla opportunità di tornare ad edificare insediamenti e a Gaza, Ben Gvir ha risposto: «La cosa non mi spaventà.

Dopo razzo dal Libano, Israele colpisce oltre confine

Dopo il lancio di un missile anti tank dal Libano che ha ferito civili israeliani nel nord del Paese, l'artiglieria israeliana sta colpendo dall'altra parte del confine. Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che poco fa è stata centrata «una cellula terroristica che era in un'area civile in Libano e che intendeva aprire il fuoco verso il territorio israeliano».

Israele: corridoio umanitario anche da Shifa verso sud

Anche oggi l'esercito israeliano ha assicurato un corridoio umanitario di 7 ore (fino alle 16:00 locali. le 15:00 in Italia) per la popolazione palestinese che da nord vuole trasferirsi a sud della Striscia. Lo ha detto su X in arabo il portavoce militare Avichai Adraee. La via interessata è quella di Salah ad Din. Adraee ha aggiunto che ci sarà un corridoio sicuro dall'ospedale Shifa a Gaza City per chi voglia raggiungere Salah ad Din e sarà assicurata una pausa «tattica» nelle operazioni militari (fino alle 14:00 ora locale) sul campo profughi di Jabalya nel nord della Striscia e nel vicino quartiere di Izbat Malien.

Palestinese ucciso in Cisgiordania in scontri con l'esercito

Un palestinese di 34 anni, Muntaser Saif, è rimasto ucciso oggi nel villaggio di Burqa (presso Nablus, Cisgiordania) in scontri verificatisi durante una retata condotta dall'esercito israeliano. Lo riferisce la agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui Saif aveva scontato in passato periodi di detenzione in Israele. Nel corso delle operazioni i militari hanno fatto esplodere un'automobile ed hanno arrestato un esponente di al-Fatah. L'esercito non ha finora reso noto la propria versione di questi incidenti.

La minaccia di Hezbollah: «Avanti con i missili».Tel Aviv: finirete come Gaza

di Raffaele Genah 

I toni sono gli stessi di una settimana fa. Stesse accuse e stesse minacce rivolte a Israele. Il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, vuole fare arrivare la sua voce non solo al di là del confine, ma fino a Ryad, dove si riunisce la Lega araba.

«Continueremo a mettere pressione su Israele, finché non si fermerà, tenendo aperto il fronte di guerra col nemico a sud del Libano. Abbiamo assistito - aggiunge - a una serie di minacce da parte di Netanyahu, Gantz, Gallant: noi continueremo su questa strada».

E poi una “orgogliosa” rivendicazione: «Lanciamo e droni ogni giorno, alcuni difensivi, altri per raccogliere informazioni. Possono arrivare fino ad Haifa e in tutto il Nord: fa parte della guerra di logoramento contro le difese aeree di Israele. Noi – prosegue - abbiamo migliorato qualità e quantità delle nostre operazioni usando anche missili con carichi tra 300 a 500 chili e registrato la portata dei katyusha». Una sfida dunque sempre più dura, anche se sul campo i fatti non seguono ancora le parole. 


E comunque il ministro della Difesa di Israele, Yoav Gallant, risponde immediatamente: «State trascinando il Libano in una guerra che appare come possibile. State commettendo una serie di errori e chi pagherà saranno soprattutto i civili libanesi. Quello che facciamo a Gaza, lo possiamo fare a Beirut». Stessi avvertimenti sono poi arrivati in serata dal premier Netanyahu, che ha invitato Hezbollah ad evitare quello che sarebbe un «errore fatale».


LA LEGA ARABA
Le parole di Nasrallah arrivano mentre il suo grande sponsor, il presidente iraniano Raisi, atterra a Ryad. Quando scende dalla scaletta del suo aereo indossa la kefiah – iconico copricapo palestinese - al collo. Per sottolineare il sostegno alla causa, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha voluto partecipare personalmente al vertice della Lega Araba. La prima volta del capo sciita della repubblica islamica nel paese sunnita più importante della regione, dopo la rottura dei rapporti nel 2016 e il disgelo del marzo scorso. Ma difronte al sostegno ai palestinesi e alle accuse a Israele anche le residue distanze si sono azzerate. E allora eccoli uno difronte all’altro, il presidente Iraniano e l’erede al trono saudita il principe Mohamed bin Salman. Le critiche e le analisi vanno nella stessa direzione, anche se con toni diversi. «La responsabilità dei crimini contro il popolo palestinese - dice Salman - è dell’autorità di occupazione israeliana», di cui l’erede al trono condanna le continue violazioni del diritto umanitario internazionale. «L’unico modo di garantire sicurezza, pace, stabilità è quello di porre fine all’assedio e agli insediamenti dei coloni» aggiunge il principe che fino a qualche settimana fa sembrava in procinto di aggregarsi al primo nucleo di paesi che hanno sottoscritto gli “Accordi di Abramo” con Israele. E Raisi esordisce con violenza: «Dobbiamo baciare le mani di Hamas per la resistenza contro Israele». Proprio quelle mani che grondano ancora del sangue di 1.200 persone massacrate, decapitate, date alle fiamme. 

LE MISURE


Poi presenta il suo decalogo che tutti i paesi arabi dovrebbero rispettare, che prevede sanzioni, boicottaggio energetico(proposta che sarebbe stata respinta da due paesi moderati) processi per Usa e Israele davanti alla Corte dell’Aja, ispezioni internazionali presso gli impianti nucleari israeliani. In questo fiume di parole ognuno ha voluto dire la propria. E si è sentito di tutto, ma nemmeno una voce di condanna per i massacri del 7 ottobre. Il presidente turco Erdogan denuncia le «Barbarie senza precedenti» a Gaza, critica l’Occidente per il suo silenzio e lancia una proposta: una conferenza internazionale di pace. 
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