Nell'atto, Avenatti afferma che la sua cliente «intende provare che l'accordo non aveva un oggetto o uno scopo legittimo. Piuttosto, l'accordo e il pagamento di 130.000 dollari effettuato in base all'intesa, avevano lo scopo di influenzare le elezioni presidenziali del 2016 facendo tacere la querelante ed evitando che parlasse apertamente e pubblicamente del signor Trump poche settimane prima delle elezioni del 2016». Al presidente e al suo legale, inoltre, verrebbero poste «non più di dieci richieste mirate per la produzione di documenti relativi a vari elementi collegati all'accordo». David Schwartz, un legale che fa da portavoce a Choen, in una nota inviata alla Cbs definisce la mozione «un uso sconsiderato del sistema legale per continuare a gonfiare l'ego spompato di Michael Avenatti» che punta a «mantenere un ruolo di rilievo».
Secondo la Cbs, i legali del presidente - convinti che la firma di Trump non fosse necessaria sul documento al centro della vicenda - puntano a risolvere la questione attraverso un arbitrato privato. Per Avenatti, in assenza di un accordo valido non c'è una controversia da risolvere in sede di arbitrato. L'avvocato della pornostar dovrebbe presentarsi in aula il 30 aprile per chiedere che le deposizioni vengano fissate entro 21 giorni dall'eventuale decisione del giudice e che la selezione di una giuria cominci entro 3 mesi. Il giudice James Otero, fa notare la Cbs, è stato nominato nel 2003 dal presidente George W. Bush. Leggi l'articolo completo su
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