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Anche da noi in tanti si sono indignati e commossi nello scoprire storia e destino di una giovane artista di strada diventata quasi un simbolo di questi giorni bui. Le foto di Daniela Carrasco, postate in rete dal movimento e velocemente rimbalzate ovunque sulla rete, mostrano una donna di 36 anni vestita da clown in un giardino pubblico, e nelle strade a fianco dei manifestanti che sventolano le bandiere cilene.
'El Mimo' è stata trovata morta un mese fa impiccata, il corpo ferito appeso alla recinzione di un parco nella zona sud di Santiago, il costume strappato.
In quei giorni erano da poco iniziate le proteste e le violenze che hanno sconvolto il Paese. Violenze che, sta emergendo, hanno colpito in particolare le donne. Cinque giorni dopo il ritrovamento del cadavere, la procura di Santiago ha aperto un'indagine sulla vicenda. Il rapporto del medico legale ha infatti segnalato come causa di morte il soffocamento, scartando una possibile partecipazione di terzi e senza registrare lesioni fisiche attribuibili a una violenza sessuale. L'Istituto nazionale dei diritti umani (Indh) in Cile non ha ricevuto una denuncia formale sul caso.
I media hanno presto abbandonato l'argomento. Sulla vicenda si interroga però adesso la rete, e anche la politica italiana. Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu ha chiesto all'Italia di fare la sua parte e di sollecitare l'Unione europea su ciò che sta accadendo in Cile, portando ad esempio, in un tweet, proprio il caso di Daniela Carrasco, definita «uno dei volti più noti delle proteste di piazza in Cile. Catturata, torturata e impiccata». Sulla sua morte, «il silenzio della comunità internazionale è insopportabile», scrive il deputato. Anche organizzazioni come Libera hanno espresso il loro rammarico per la vicenda. «Esprimiamo la nostra solidarietà per l'omicidio in Cile di Daniela Carrasco, artista di strada conosciuta come 'El Mimo'. In Cile, ma anche in Bolivia, Nicaragua, Colombia, Ecuador negli ultimi mesi la violenza dilaga», ha scritto l'associazione su Twitter, sollecitando la comunità internazionale a prenderne coscienza e correre ai ripari, prima che sia troppo tardi. I collettivi femministi hanno lanciato su Twitter un hashtag #JusticiaparaMimo. Leggi l'articolo completo su
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