La favola di Mark inizia nel peggiore dei modi nel marzo dello scorso anno: mentre si stava allenando nei pressi di Whistler, nella Columbia Britannica, il ragazzo era finito contro un albero, riportando gravi fratture in tutto il corpo oltre a danni al polmone sinistro. A soccorrerlo immediatamente, e nel migliore dei modi, ci avevano pensato i fratelli e alcuni amici, in attesa dell'arrivo di un'eliambulanza che lo aveva trasportato d'urgenza all'ospedale di Vancouver. La situazione appariva disperata, ma dopo alcuni giorni di coma i medici notarono i primi miglioramenti.
Una volta risvegliatosi, Mark ha dovuto lavorare duramente a livello fisico e psicologico per riprendersi. La convalescenza e la successiva riabilitazione sono state lunghe e dure, ma già dopo alcuni mesi di fisioterapia il giovane atleta canadese era riuscito a ricominciare ad allenarsi e a vincere una competizione in Norvegia lo scorso novembre. Il suo obiettivo, per molti impensabile, erano però i Giochi Olimpici invernali in Corea del Sud: Mark non solo è riuscito a partecipare, ma è anche salito sul podio. E oggi su Twitter festeggia così: «Non ci sono parole per descrivere come mi sento. Mi sento benedetto, non posso che ringraziare la vita».
Anche Justin Trudeau, primo ministro canadese, ha celebrato l'incredibile storia di Mark: «La tua tenacia e il tuo coraggio sono una grande ispirazione per molti di noi».
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