Covid, in Germania si pensa ad un lockdown light: il quotidiano Bild ha anticipato ciò che nelle ore seguenti ha detto la cancelliera Angela Merkel: «Scatterà dal 2 novembre un lockdown light per tutto il mese valido per l'intero territorio tedesco. Queste sono misure dure», ha ammesso la Merkel, riconoscendo che il 75% delle infezioni da coronavirus nel Paese non è più tracciabile.
«Il ritmo del virus e della diffusione è particolarmente veloce - ha aggiunto in conferenza stampa dopo l'incontro con i Laender - Viviamo una crescita esponenziale dei contagi. Se il ritmo resta questo si potrà arrivare al sovraccarico del sistema sanitario. E' assolutamente chiaro che dobbiamo agire e adesso per evitare un'emergenza sanitaria nazionale. Oggi si è registrato il doppio delle infezioni della settimana scorsa. Anche nelle terapie intensive il numero delle persone è raddoppiato e il numero delle persone che devono respirare artificialmente è raddoppiato in 9 giorni», ha continuato. «La curva deve essere di nuovo abbassata e il numero dei nuovi contagi deve di nuovo ridursi», ha spiegato.
Saranno chiusi bar, ristoranti, centri sportivi, teatri e cinema e saranno vietate gli assembramenti di persone e le manifestazioni pubbliche. Scuole e asili rimarranno aperti.
Il governo federale tedesco e i Land potrebbero concordare per una chiusura temporanea di bar e ristoranti, riferisce la Dpa. Escluse dalla misura la consegna a domicilio e le ordinazioni da asporto.
Negozi al dettaglio e all'ingrosso potranno rimanere aperti nel mese di novembre: è questa una delle misure su cui è stato trovato l'accordo nella riunione in video-conferenza tra la cancelliera Angela Merkel e i ministri-presidenti dei Land tedeschi. Lo riferisce Dpa. Tuttavia nei negozi non potrà essere accolto più di un cliente ogni 10 metri quadrati.
Record di casi: 14.964 in 24 ore
La Germania registra 14.964 nuovi casi di Covid-19. Si tratta del dato più alto dall'inizio dell'emergenza sanitaria. Il bollettino dell'Istituto Robert Koch parla anche di altri 27 decessi a causa della pandemia di coronavirus.
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