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Quest'anno, però, "la musica cambia". Sembra, infatti, che lo stile incalzante della composizione sia il frutto dell'arrangiamento di Leopold Weninger, iscritto dal 1932 al partito nazista e autore persino di un inno ispirato al Furher Adolf Hitler. Per questo, si è preferito tornare alla versione originale scritta nel 1848 da Johann Strauss (padre) in onore del conte Radetzky, che sconfisse l'esercito piemontese a Custoza durante le Cinque Giornate di Milano.
Una decisione "politically correct" dettata dalla convinzione che il celebre rimaneggiamento sia «troppo nazista». Questa è solo una delle novità strettamente legate all'entrata in scena di un nuovo direttore d'orchestra, il lettone Andris Nelsons. Sembrava che la minor enfasi avrebbe reso difficile il battere le mani a tempo, ma il pubblico ha premiato la Filarmonica di Vienna con i tradizionali applausi.
Davanti al ritmo meno sincopato dell'originale, tuttavia, c'è chi ha parlato di "censura" e sollevato la polemica. Più apprezzata, invece, sembra essere la scelta di inserire in programma Ludwig van Beethoven, solitamente trascurato a favore dei più patriottici Strauss.
Il compositore di Bonn e autore di quell'Inno alla Gioia diventato successivamente il canto celebrativo dell'Europa unita, è stato recuperato in occasione dei 250 anni dalla nascita.
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