Luigi Federico Signorini, attuale Vice Direttore Generale, è stato nominato direttore generale della Banca d'Italia in sostituzione di Daniele Franco, nominato ministro dell'Economia del governo Draghi. La nomina è stata effettuata, come prescrive lo Statuto, dal Consiglio superiore dell'istituto centrale su proposta del governatore Ignazio Visco. La nomina deve ora essere approvata con decreto del Presidente della Repubblica, promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, sentito il Consiglio dei ministri.
Nato a Firenze il 20 ottobre del 1955, Signorini è entrato nel Direttorio e nominato Vice Direttore Generale della Banca d'Italia dall'11 febbraio 2013 (e confermato il 3 maggio 2019).
Tra il 1994 e il 1996 collabora con il Presidente del Consiglio, Lamberto Dini, come consulente e speechwriter. Nel 1995 torna al Servizio Studi, come coordinatore dei Nuclei regionali di ricerca e dirigente del Settore Reale. Nel 1998 è nominato capo della Direzione Statistica del Servizio Studi e nel 2007 assume la titolarità del Servizio Statistiche economiche e finanziarie. Dal 1998 al 2008 fa parte del Comitato statistico della Banca centrale europea, del Comitato per le statistiche monetarie, bancarie e della bilancia dei pagamenti dell'Unione europea (nel quale è membro dell'esecutivo dal 2005 al 2008) e di altri organismi statistici internazionali. Passa alla vigilanza bancaria e finanziaria nel 2008. Prima è capo del servizio Normativa e politiche di vigilanza, dove segue gli interventi successivi alla crisi e dà impulso alla normativa sulla trasparenza bancaria; poi, a partire dal 2009, assume la guida del servizio Supervisione sui gruppi bancari.
Da marzo 2012 a febbraio 2013 è Funzionario generale preposto all'Area Vigilanza bancaria e finanziaria. Oltre a numerosi lavori sui temi della struttura economica italiana, dell'analisi congiunturale, della metodologia statistico-economica, ha scritto con Ignazio Visco un libro divulgativo sull'economia italiana e ha curato due volumi di studi sui distretti industriali, uno dei quali insieme a Massimo Omiccioli.
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