"L'ipotesi è fiscalizzare il periodo contributivo legato allo studio universitario e post-laurea - aveva spiegato Baretta lo scorso aprile, durante la presentazione della proposta al convegno 'Preservare le generazioni future' promosso dalla Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti - ovviamente a certe condizioni, come ad esempio che gli studi siano conclusi nei tempi".
"E' una mia proposta di lavoro - aveva aggiunto - che può anche avere il vantaggio di incentivare i giovani a laurearsi. Si tratterebbe di una copertura figurativa che anticipa il lavoro".
La proposta del sottosegretario è fra quelle in discussione al tavolo aperto il 4 luglio scorso tra governo e sindacati sulla cosiddetta 'Fase 2' della riforma delle pensioni. In sostanza Baretta, al fine di consentire il raggiungimento dell'età pensionistica in anticipo rispetto ai tempi, propone di fiscalizzare i contributi corrispondenti agli anni di studio per il conseguimento della laurea. L'idea nasce dall'esigenza di evitare una differenza penalizzante fra quanti hanno iniziato a lavorare e a versare contributi dopo il 31 dicembre 2015 - che andranno in pensione con il metodo contributivo - e quanti hanno iniziato prima, beneficiando del metodo retributivo. Leggi l'articolo completo su
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