Siamo tifosi, non clienti Video

Il calcio è entertainment, dicono dall'altra parte dell'Atlantico. Infatti, laggiù, lo sport lo vedono così: uno show sportivo fatto per far girare denari. Molti. Quanti più possibile.


Ci sono i produttori, gli organizzatori di eventi, gli sponsor tecnici, le star dell'intero sistema. E poi: chi produce ogni sorta di oggetti coi colori dei team -il merchandising; chi manda in onda gli eventi sui propri canali -i network tv; chi, per loro conto, si occupa di vendere spazi agli inserzionisti pubblicitari; chi traduce lo spettacolo in gioco elettronico -gli eSports.

 


Cosa accomuna tutti questi signori? Un problema chi paga?- e una risposta, la stessa: paga chi segue lo show.
Da quelle parti li chiamano clienti. E pensano che in ogni parte del pianeta funzioni allo stesso modo. E invece no.
Ossia, non del tutto. Il calcio è, ormai, un entertainment business anche qui. Ma con una sostanziale differenza: il tifoso.

 


E poi il fischio dell'arbitro; e tutti che impazziscono e () TU sei al centro del mondo, e il fatto che per TE è così importante, che il casino che hai fatto è stato un momento cruciale in tutto questo, rende la cosa speciale; perché sei stato decisivo come e quanto i giocatori, e se TU non ci fossi stato a chi fregherebbe niente del calcio?
Già: a chi fregherebbe niente del calcio?
E' un pezzo di Febbre a 90. Fatelo leggere a chi pensa che i tifosi siano clienti. Magari la smettono.

 

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Alberto Mattiacci. Romano, sposato e padre di due figli. Maturità classica, laurea con lode in Economia e Commercio in Sapienza, PhD, è professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese alla Sapienza e in Luiss Business School. Studia la società e l’economia, con particolare attenzione ai cambiamenti e all’innovazione. www.albertomattiacci.it

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