Attenti al calo dell'attenzione

Attenti al calo dell'attenzione

È probabile che molti di quelli che hanno iniziato a leggere questo articolo lo abbandonino prima di averlo terminato. 


Ho fatto i conti: leggerlo interamente richiede circa 35 secondi. Troppi. Nel 2015, infatti, Microsoft misurò il tempo medio di attenzione delle persone di fronte a un testo, stimandolo in 8 (otto!) secondi. Più ottimista fu Google, che nel 2019 fece lo stesso calcolo, portando la soglia a 12 (dodici!) secondi. In ogni caso, come autore di testi ho una grana in più rispetto al mio problema di base (cioè trovare ogni volta qualcosa di rilevante da dire e scriverlo in modo chiaro): la vostra attenzione.

 

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Attenti al calo di attenzione

 

Un noto pubblicitario italiano sostiene (a ragione) che va fatto un distinguo fra: (i) l’attenzione, cioè il punto in cui un contenuto (es. uno spot) entra nella sfera di percezione del soggetto; (ii) la soglia di attenzione, ovvero il tempo in cui l’attenzione del soggetto è trattenuta.
La prima è attaccata ogni minuto da una enorme quantità di stimoli concomitanti -immagini, suoni, musiche, ecc.. Questi arrivano dal mondo fisico e da uno e/o più schermo digitale. La seconda è progressivamente calata negli anni, per effetto di tante cause -es. sostituzione del testo con immagini, successo delle serie tv e dei formati brevi, ecc.
Se siete arrivati fin qui (nel caso, grazie, miei eroi!) usate 60 secondi (così tanti?!) per riflettere su ciò: che effetto ha il calo dell’attenzione sulle scelte -di acquisto, di voto, di lavoro, di investimento, ecc.- delle persone?

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