Arrivano i risultati finanziari di Stellantis e sono da record, migliori delle più ottimistiche previsioni. Il gruppo transatlantico forte dei conti alza il premio per tutti i dipendenti portandolo a 2 miliardi ed annuncia un’operazione di buy back che, insieme con dividendo di oltre 4 miliardi (1,34 euro per azione), rende felici gli azionisti facendo crescere il valore del titolo in Borsa (ieri più 2,2%, la capitalizzazione ha superato 52 miliardi). I ricavi netti nel 2022 hanno sfiorato i 180 miliardi, in crescita del 18%, l’utile netto è andato meglio salendo del 26% a 16,8 miliardi. Il risultato operativo, in aumento del 29%, ha raggiunto i 23,3 miliardi con un margine del 13%, addirittura superiore di quello previsto nel 2030 (12%). Il flusso di cassa industriale netto ha scavalcato i 10 miliardi (+78%) in linea con il target di fine decennio fissato per 20 miliardi.
La situazione patrimoniale è molto solida, la liquidità industriale disponibile è di 61,3 miliardi.
L’obiettivo del piano “Dare Forward 2030” prevede il quasi raddoppio del fatturato (a 300 miliari) con il totale azzeramento delle emissioni di CO2 nel 2038. Le capacità nella strategica area software si sono molto rafforzate grazie alle solide partnership con Amazon, Foxconn e Qualcomm. Nel 2022 è stata ufficializzata la nascita di 5 gigafactory, 3 in Europa e 2 in Nord America. Tutte la “region” hanno garantito un margine a doppia cifra con la Maserati arrivata all’8,7%. «Senza incentivi le auto elettriche sono ancora troppo costose per la classe media. La sfida è quanto velocemente si riuscirà a ridurre i costi per venderle anche senza - ha proseguito l’ad - siamo soddisfatti delle nostre vendite di auto BEV e non abbiamo ancora iniziato l’offensiva negli USA. L’elettrificazione del settore è stata decisa dagli Stati, non dai produttori. Noi abbiamo la responsabilità di portare soluzioni sicure, pulite e accessibili per proteggere la libertà di mobilità. Questa e la nostra mission».
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