Da una parte la Stella Mercedes, vincitrice degli ultimi sei campionati del mondo Piloti e Costruttori di Formula 1, dall’altra la puledra della Porsche dominatrice come nessun altro di una ventina di edizioni dell’infernale 24 Ore di Le Mans. Ma si potrà anche gustare la sfida in salsa bavarese fra l’Audi e la BMW, due simboli della sportività premium e del dinamismo di lusso che sono quasi imbattuti nelle varie categorie dell’automobilismo alle quali hanno nel tempo partecipato.
Le eccellenze tedesche, i brand più gloriosi, sono in prima fila. La battaglia a batterie, però, è globale, coinvolge tutti i protagonisti del settore automotive perché riguarda la mobilità del domani, quella che sarà svincolata dal petrolio e dal carbone anche per la produzione di energia proveniente interamente da fonti rinnovabili, quindi altamente ecologiche. Uno scontro planetario che coinvolge i paesi industrialmente più avanzati e con la tradizione motoristica più gloriosa. Campione in carica, la regina da battere, viene dalla città delle luci, è la DS punto d’orgoglio del gruppo PSA.
Dalla vecchia Albione con passo felpato arriva la Jaguar decisa a rinverdire i fasti di un tempo nell’era zero emission. In uno scontro tanto duro e raffinato non può mancare il Sol Levante rappresentato dalla Nissan, la prima a credere nell’auto elettrica dell’era moderna. A difendere la parte Orientale del globo anche l’indiana Mahindra che ha già fatto vedere di non essere affatto una comparsa. Techeetah e Nio danno lustro ai colori della Cina, il paese al mondo dove si vendono più veicoli elettrici, i vincenti team Penske e Andretti tengono alto il blasone degli States. Un vincitore, tanti sconfitti. Ma dietro le auto silenziose c’è una torta ricchissima che nei prossimi anni renderà il pianeta migliore e genererà investimenti stratosferici per oltre mille miliardi di euro. Leggi l'articolo completo su
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