Le indagini spiegano gli esperti, «ci hanno permesso di vedere al di sotto delle bende, con una sorta di autopsia virtuale. Abbiamo così potuto visualizzare nella maggior parte dei casi i corpi degli animali. È stato interessante scoprire una falsa mummia creata forse dai sacerdoti egizi per soddisfare la grande richiesta di mummie come doni votivi». La sorpresa si nascondeva dietro il presunto cane: sotto le bende solo alcune ossa e stoffe arrotolate.
L'indagine fa parte di un progetto più ampio sui reperti bresciani che prevede anche analisi molecolari e studi approfonditi. Il team punta a restituire un'identità il più possibile esaustiva alle mummie oggetto di indagine, completando il quadro storico e culturale da cui provengono, chiariscono gli esperti. Per quanto riguarda gli animali, nell'Antico Egitto sono sacri in quanto considerati manifestazione degli dei. Ogni divinità era associata a una o più specie. Alcuni esemplari erano allevati con tutti gli onori nei templi, in quanto rappresentavano gli dei sulla terra. Così il coccodrillo è sacro a Sobek, dio delle acque, della fertilità, della potenza militare e associato al Nilo e al faraone. Il gatto a Bastet, dea della casa, della femminilità, della fertilità e delle nascite; il falco ad Horus, uno degli dei più complessi del pantheon egizio, figlio di Iside e Osiride, legato al trono in quanto il faraone è considerato il dio Horus vivente. Alla loro morte, continuano gli studiosi, tali esemplari erano mummificati e sepolti in apposite necropoli. In epoca tarda, dal 650 a.C. in avanti, si diffonde nel credo religioso l'abitudine di dedicare agli dei mummie di animali come ex-voto. Per questo motivo sono state ritrovate molte necropoli di mummie di animali, stracolme.
In Egitto cani e gatti vivevano in casa a fianco dei loro padroni e ne condividevano anche il destino eterno dell'aldilà, mummificati alla morte e sepolti nelle tombe di famiglia.
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