«Obbligo formativo per i futuri magistrati di passare 15 giorni fra i detenuti»: la proposta dell’Associazione Amici di Leonardo Sciascia

La nuova proposta di Legge chiede ai futuri magistrati di passare in carcere almeno 2 settimane per comprendere la serietà delle sentenze

«Obbligo formativo per i futuri magistrati di passare 15 giorni fra i detenuti»: la proposta dell’Associazione Amici di Leonardo Sciascia

di Cecilia Legardi

Dopo aver vinto il concorso, obbligo formativo per i futuri magistrati di passare 15 giorni fra i comuni detenuti. È parte integrante di una proposta ideata dall’Associazione Amici di Leonardo Sciascia (www.amicisciascia.it), presieduta dall’avv. Simona Viola, da presentare in Parlamento.

L’iniziativa, presentata in conferenza stampa alla Camera il 14 maggio, è copromossa dall’associazione ITALIASTATODIDIRITTO, presieduta dall’avv. Guido Camera, che ha redatto il testo con un gruppo di lavoro composto da avvocati e docenti universitari. Un’idea, in realtà, già di Leonardo Sciascia che sul «Corriere della Sera» del 7 agosto 1983 lanciò la proposta che i magistrati trascorressero almeno tre giorni con i detenuti. A proposito delle carenze e delle disfunzioni della giustizia, osservò che «un rimedio paradossale quanto si vuole, sarebbe quello di far fare a ogni magistrato una volta vinto il concorso almeno tre giorni di carcere fra i comuni detenuti. Sarebbe indelebile esperienza, da suscitare acuta riflessione e doloroso rovello ogni volta che si sta per firmare un mandato di cattura o per stilare una sentenza».

Nemmeno due mesi prima era stato arrestato Enzo Tortora, inizio di un doloroso percorso fino alla piena assoluzione del 15 settembre 1986 in Corte d’Appello, poi confermata nel 1987 in Cassazione. Insieme ad altre associazioni, come la Fondazione Internazionale per la Giustizia Enzo Tortora, presieduta da Francesca Scopelliti, compagna del presentatore e già senatrice, la Società della Ragione, guidata dall’ex parlamentare Franco Corleone, gli Amici di Sciascia e ITALIASTATODIDIRITO lanciano una proposta di legge articolata in due punti che per ora ha l’adesione di +Europa, ma si apre al consenso della maggioranza delle forze politiche. E viene posta all’attenzione del ministro Nordio, impegnato nella riforma della giustizia. Sciascia precisò nel suo articolo che il caso Tortora non solo anticipava una costante che sempre si è riprodotta negli anni seguenti (il ricercato «clamore» che serve a conferire «ulteriore spettacolarità dell’operazione»), ma provava che se un errore così grave può colpire «un uomo che gode di tanta popolarità e simpatia», allora «può capitare a qualsiasi cittadino italiano». 


La «Proposta di Legge Sciascia-Tortora» è composta di due articoli, di natura spiccatamente formativa, indirizzati ai futuri magistrati: un tirocinio di quindici giorni di esperienza carceraria e lo studio della letteratura dedicata al ruolo della giustizia e del diritto penitenziario (o dell’esecuzione penale). La proposta sui giorni in carcere fa emergere la necessità di effettuare un’esperienza significativa da parte dei giovani magistrati, anche approfondendo le tecniche di mediazione dei conflitti e le esperienze di misure alternative. Accostarsi all’umana sofferenza che accompagna la restrizione della libertà personale e partecipare direttamente della condizione in cui versano le persone detenute e il sistema carcerario, serve a ricordare che l’esercizio della funzione giudiziaria non si risolve in un fatto solamente tecnico, abbisognando sempre di adeguata «scienza del cuore umano». Questa iniziativa trae ispirazione dall’esempio della Scuola della magistratura francese di Bordeaux (che consente ai giovani magistrati francesi in tirocinio di sperimentare, dal di dentro, l’esperienza della vita in carcere) e dall’impegno dell’ex Presidente della Corte Costituzionale, Valerio Onida, che fu determinatissimo nell’organizzazione di stage dei magistrati presso gli Istituti penitenziari, ispirati dalla sua esperienza di volontario presso lo Sportello giuridico del Carcere di Bollate e dalle sue visite in carcere.


La proposta sulla formazione letteraria del futuro magistrato mira altresì a nutrire la delicatissima funzione che si accinge ad esercitare di un’indispensabile componente umanistica. Ne parlò esplicitamente lo stesso Carlo Nordio, il 18 novembre 2011 intervenendo ai lavori del secondo Leonardo Sciascia Colloquium, promosso dagli Amici di Sciascia a Palermo, sostenendo che se mai fosse divenuto Ministro della Giustizia una cosa gli sarebbe piaciuta fare: «rendere obbligatorio l’esame dell’opera omnia di Leonardo Sciascia tra i tanti esami obbligatori per diventare magistrato». La lettura dei testi sciasciani (costituenti il più elevato e completo momento di riflessione della cultura italiana sulla giustizia, dopo le storiche opere di Cesare Beccaria, Alessandro Manzoni e Pietro Verri) e delle lettere di Enzo Tortora, costituisce un invito alla riflessione sul ruolo del magistrato nella società, e sull’ immensa responsabilità che grava su chi si accinge a giudicare delle umane vicende. 

I deputati di +Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova si sono impegnati a presentare il progetto alla Camera e a promuovere un intergruppo parlamentare per raccogliere intorno alla «Proposta di legge Sciascia-Tortora» il più ampio e trasversale consenso.

Il testo qui accluso è in questi giorni sottoposto dai suoi promotori sia a qualificate personalità del mondo carcerario, della giustizia e dell’università, sia a altri esponenti della cultura, del mondo dell’informazione, etc., affinché raccolga un consenso che induca i Presidenti dei due rami del Parlamento a calendarizzarne al più presto la discussione.

Gli articoli della Proposta di Legge


Articolo 1

All’articolo 1, comma 4, del decreto legislativo 5 aprile 2006, n.160:

alla lettera c), dopo le parole “procedura penale”, sono aggiunte le parole “e diritto penitenziario”
dopo la lettera l) è aggiunta la seguente: “n) letteratura dedicata al ruolo della Giustizia quale strumento di garanzia dei diritti e delle libertà fondamentali, della dignità umana e del rispetto reciproco tra persone, nonché alle distorsioni dei princìpi dello Stato di diritto che possono derivare dalle deviazioni del sistema giudiziario”

Articolo 2

All’articolo 20, del decreto legislativo 30 gennaio 2006, n. 26, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente: 

- “3-bis “Durante la sessione presso la Scuola, i magistrati ordinari in tirocinio svolgono un periodo non inferiore a quindici giorni di esperienza formativa carceraria, nonché di approfondimento interdisciplinare anche delle tecniche di mediazione dei conflitti. L’esperienza formativa carceraria deve prevedere, secondo modalità operative concordate con il Consiglio Superiore della Magistratura e il Ministero della giustizia, anche il pernottamento dei magistrati ordinari in tirocinio all’interno di case circondariali o di reclusione.”


Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Maggio 2024, 16:42
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