Casa Bianca, Jake Sullivan: «Quello che accade a Gaza non è un genocidio»

Le parole del consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan

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di Redazione web

«Non riteniamo che quello che sta accadendo a Gaza sia un genocidio». Lo ha detto il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. «Lavoriamo a un cessate il fuoco e a un accordo per gli ostaggi. Il mondo dovrebbe dire a Hamas di tornare al tavolo a trattare». Lo afferma il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan. «La soluzione dei due stati è l'unica possibile» per un Israele sicuro e per un futuro ai palestinesi, ha aggiunto Sullivan ribadendo che il sostegno americano a Israele è incrollabile.

«Operazione mirata»

Quella in corso a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, è «un'operazione mirata». Lo ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, nel corso del colloquio telefonico avuto con il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Durante la telefonata, riportano i media dello Stato ebraico, Gallant ha indicato che il suo governo non si lascerà dissuadere dal portare a termine gli obiettivi della guerra che sono - ha ribadito - riportare a casa gli ostaggi ed eliminare Hamas. Nella nota diffusa dall'ufficio di Gallant si evidenzia quindi che il ministro «ha espresso il suo apprezzamento al segretario Blinken per il continuo sostegno fornito dall'Amministrazione americana alla sicurezza di Israele».

 

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La telefonata

Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha ricevuto una telefonata dal segretario di Stato americano Antony Blinken al quale ha sottolineato «le disastrose conseguenze umanitarie che colpiscono oltre 1,4 milioni di palestinesi a causa della chiusura del valico di Rafah e del protrarsi degli attacchi israeliani su larga scala», sottolineando la necessità di ripristinare l'accesso agli aiuti nella Striscia di Gaza, interrotto negli ultimi giorni.

Shoukry, secondo il suo portavoce l'ambasciatore Abu Zeid, è anche tornato a mettere in guardia dai «gravi rischi per la sicurezza derivanti dalla continuazione delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza, e nella città palestinese di Rafah in particolare, e le possibili gravi conseguenze sulla sicurezza e sulla stabilità della regione». Al termine del colloquio, i due ministri hanno convenuto di continuare le strette consultazioni e il coordinamento sugli sviluppi della crisi nella Striscia di Gaza e di sostenere ogni iniziativa in grado di contenerne le ripercussioni e prevenire l'escalation e l'estensione delle violenze«.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Maggio 2024, 22:02
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